"Per i compiti ripetitivi l'intelligenza artificiale funziona meglio di un umano"

Gatti, codirettore dell'Osservatorio AI "Basta un click per creare fake news"

Nicola Gatti è il co-direttore dell’Osservatorio sull’intelligenza artificiale del Politecnico di Milano. A Lumsanews ha spiegato come funziona tecnicamente l’intelligenza artificiale generativa, mettendone in evidenza limiti e potenzialità. 

Che cos’è l’intelligenza artificiale generativa?
“Intelligenza artificiale generativa vuol dire che tu dai dei prompt, cioè delle istruzioni testuali a un algoritmo e lui ti genera qualcosa che può essere un testo o anche un’immagine, che sia pertinente con i tuoi input. Più informazioni dai all’algoritmo più questo genera qualcosa rispondente a quello che si sta chiedendo”.

Nel mondo dell’informazione spesso l’uso di questa tecnologia viene guardato con timore. Perchè?
“Perché di fatto chiunque può scrivere notizie che sembrano vere e postarle sui social network per farle leggere ad altri. Chatgpt 3-4 funziona particolarmente bene e può essere utilizzato da chiunque perché oggi l’accesso è gratuito. Prima gli strumenti di intelligenza artificiale non ti permettevano di generare testo, notizie, articoli, immagini con quella facilità che ti permette di fare oggi Chatgpt. Addirittura si potrebbe creare un algoritmo in grado di generare milioni di notizie fasulle con un solo click. C’è quindi anche una questione di scala”.

Ma l’AI è davvero intelligente?
“Dipende dall’utilizzo che ne fai e dallo scopo per cui la usi. Per compiti tipicamente ripetitivi l’intelligenza artificiale funziona meglio di un umano. Non è lo stesso nei casi in cui si richiede una componente creativa che nei fatti non ha. Ad esempio, se per l’addestramento del bot gli si forniscono solo immagini di volti occidentali, questo non sarà mai in grado di generare un volto orientale. La macchina fa un mix dei dati che ha nel suo database. Inoltre, il sistema non è in grado di produrre un output (un risultato) delimitato in un perimetro definito. O meglio, riesce anche a scendere nel dettaglio delle cose ma ha la libertà di spaziare su ciò che vuole. Non riesce a limitare il risultato, e soprattutto, non ha cognizione di quello che sta scrivendo. Semplicemente, non sa quello che sta facendo”.

Chiara Esposito

Nata a Napoli. Laureata in Archeologia, storia dell'arte e scienze del patrimonio culturale presso l'Università Federico II e in Editoria e Scrittura alla Sapienza. Aspiro a diventare giornalista professionista.