Massimo Barra, medico e fondatore di Villa Maraini, centro per la cura dalle dipendenze

"Per le forze politichei tossicodipendentisono un vuoto a perdere"

Il medico Massimo Barra a Lumsanews "Eroina, è ancora un killer silenzioso"

Roma e il Lazio sono strette in una morsa, in cui morire di overdose da stupefacenti è ancora una realtà. Secondo Massimo Barra, medico esperto in tossicodipendenze e fondatore di Villa Maraini (Agenzia nazionale per le tossicodipendenze della Croce Rossa Italiana), le forze politiche stanno operando una grave sottovalutazione del fenomeno. Barra non ci gira troppo attorno e lancia un grido di allarme: “gli ospedali sono intasati e i Ser.D. sotto finanziati, la Regione Lazio non sta facendo abbastanza”.

Dottor Barra, in che cosa consiste questa sottovalutazione del fenomeno delle tossicodipendenze?

“Anzitutto il funerale dell’eroina, come dichiaro da almeno 10 anni, è stato celebrato troppo presto. Le nostre evidenze ci dicono che l’eroina c’è sempre stata e il numero di morti sarebbe stato molto più alto senza il nostro intervento. Negli ultimi venti anni siamo intervenuti in oltre 3000 overdosi “fauste”, cioè gente che sarebbe morta senza il nostro aiuto”.

Di che sostanze si abusa e qual è il punto della situazione?

“Il consumo di sostanze è oscillante, sia nel singolo che nella collettività, alternando fasi di prevalenza dell’eccitante e fasi di prevalenza del sedativo. Se si prende troppo sedativo, come l’eroina, a un certo punto c’è bisogno di eccitanti, come la cocaina. Al contrario, se si prendono troppi eccitanti, poi c’è bisogno di smorzare il fuoco indotto da questo consumo e si ricorre all’eroina. Spesso queste fasi, anche del singolo, si alternano contemporaneamente. Poi ci sono le altre sostanze, le cosiddette nuove droghe, che in realtà esistono da almeno 30 anni, come le anfetamine e gli allucinogeni. La situazione è molto grave e molto sottovalutata dall’opinione pubblica e dalle forze politiche. Anche perché, con i tossici, ci si rimette sempre: fanno reati, muoiono e, soprattutto, con i tossici non ci si guadagna. Per le forze politiche, il tossico è un vuoto a perdere”.

Che importanza ha una fondazione come la vostra sul territorio?

“Noi crediamo di conoscere tutti i tossicomani di Roma, nel senso che la strategia di Villa Maraini è unica. In primis, siamo aperti H24: quando un tossico sente la necessità di essere aiutato, è quando è in crisi e deve essere accolto. Una cosa che nessuno fa, anche perché gli ospedali sono intasati. I Ser.D., invece, non hanno fondi sufficienti e quindi sono costretti a selezionare chi accogliere”.

Qual è attualmente il ruolo della Regione Lazio?

“La Regione non si sta muovendo particolarmente bene, ha attuato solo proroghe con una predilezione negativa per Villa Maraini, che è oltretutto poco finanziata. Nonostante l’importanza della struttura: noi ogni giorno incontriamo 700 tossicomani”.

Siete attivi anche su strada?

“Sì. Andare a chiedere aiuto non è una cosa semplice, richiede molta frustrazione. Si chiede aiuto solo quando si sta peggio e finisce la “luna di miele”, la fase di benessere legata all’uso di sostanze. Ma chi non supera la frustrazione è su strada”.

In cosa sbagliano le istituzioni?

“Lo Stato dovrebbe essere interessato ad incontrare e aiutare non solo i tossicomani che vogliono smettere, ma anche quelli che vivono situazioni più complicate e che si trovano spesso per strada”.

Data la sua esperienza, che tipo di danni provoca sul fisico l’abuso di droghe, sia le classiche che le nuove sostanze psicoattive?

“Le sostanze agiscono colpendo il sistema nervoso centrale. Ci sono danni immediati e noi, come struttura, vediamo soprattutto i danni a distanza. Abbiamo molti tossicomani adulti, dipendenti da sostanze da molti anni, e alcuni hanno l’Alzheimer, il Parkinson e patologie neurodegenerative. Sono convinto che una parte di queste patologie vanno fatte risalire all’abuso di droghe fatto sin da giovani”.

Martina Vivani

Nata a Roma nel '96, sono laureata in Lettere Moderne ed Editoria e scrittura. Guidata da un forte interesse per il mondo della comunicazione, sogno di poter diventare giornalista professionista.