Luca Traini, l'autore del raid a colpi di pistola contro i migranti, lascia il Palazzo di Giustizia di Macerata dove si apre il processo a suo carico per strage aggravata dall'odio razziale, tentato omicidio, porto abusivo d'arma e danneggiamento a Macerata, 9 maggio 2018. ANSA/Fabio Falcioni

Processo a Luca Trainichiesti 12 anni di carceresentenza attesa in giornata

Lui si scusa davanti ai giudici "Ho sbagliato, non sono razzista"

È attesa in giornata la sentenza della Corte d’Assise di Macerata nei confronti di Luca Traini, accusato di strage, porto abusivo d’armi e danneggiamenti per il raid razzista dello scorso 3 febbraio, quando sparò all’impazzata dalla sua auto ferendo sei immigrati, per reazione all’omicidio di Pamela Mastropietro avvenuto pochi giorni prima. Il procuratore della repubblica di Macerata, Giovanni Giorgio, ha chiesto una pena di 12 anni. In aula, Traini ha chiesto perdono per il suo gesto: “Scusate, ho sbagliato. Non provo nessun odio razziale – ha spiegato leggendo da alcuni fogli – Volevo fare giustizia contro pusher per il bombardamento di notizie sullo spaccio diffuso anche a causa dell’immigrazione. Anche la mia ex fidanzata assumeva sostanze. In carcere ho maturato una nuova cognizione dei fatti”, ha poi aggiunto Traini che ha anche ringraziato i giudici e le forze dell’ordine “che stanno riportando la situazione alla normalità”.

Dino Cardarelli

Trentatrè anni, marsicano, laureato in Comunicazione all’Università di Teramo, città in cui muove i primi passi nel giornalismo, collaborando con testate cartacee ed online locali. Pubblicista dal 2009, iscritto nell’Ordine abruzzese, vuole continuare ad inseguire il suo sogno: realizzarsi come cronista sportivo.