Il Pulitzer premia lo scoop di Guardian e Washington Post

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È stato lo scoop sul datagate, lo scandalo globale per i programmi di intercettazione dell’Nsa dell’America di Barack Obama, scandagliato dai cronisti del Washington Post e del Guardian, Barton Gellman, Glenn Greenwald e Ewen MacAskill, ad aggiudicarsi la medaglia d’oro per la categoria servizio pubblico del Pulitzer, il premio giornalistico che, dal 1917, seduce le ambiziose penne delle testate giornalistiche più importanti al mondo.
Hanno premiato le rivelazioni della ‘talpa’ Edward Snowden sul programma segreto di sorveglianza di massa, snocciolate in articoli “autorevoli e perspicaci” che hanno sconvolto, per settimane, i rapporti tra la Casa Bianca e i suoi alleati europei, i 19 membri della Pulitzer Prize Commission della Columbia University, convinti dell’imponente significato politico che segna un punto di svolta sui limiti del diritto di cronaca e quelli imposti dalla sicurezza nazionale.
Una mossa che trova un precedente storico nel premio conferito, nel 1972, al New York Times per aver pubblicato la storia di Daniel Elisberg, la celebre spia dei cosiddetti ‘Pentagon Papers’, documenti segreti sulla guerra in Vietnam.
All Washington Post è andato un secondo premio, consegnato a Eli Saslow, nella categoria del giornalismo divulgativo, per i suoi pezzi sulle famiglie americane alle prese con i buoni pasto.
Un’edizione, quella del Pulitzer di quest’anno, che rispolvera i cosiddetti ‘old media’, con il Washington Post paradossalmente in mano a Jeff Bezos, il padre padrone di Amazon, uno dei simboli della New Economy.
A spiccare nella categoria breaking news, il Boston Globe, per la sua copertura dell’attentato alla maratona di Boston, pubblicamente apprezzata, in quei giorni, anche da Obama.
Anche il New York Times si aggiudica il Pulitzer Prize Board, della Columbia University grazie alla categoria del fotogiornalismo, con le sue foto sulla strage terrorista al Mall di Nairobi e con le immagini delle vittime dei superstiti alla strage della maratona di Boston.

Samantha De Martin

Samantha De Martin

È nata a Reggio Calabria. Dopo aver conseguito la maturità classica si è laureata in Scienze Umanistiche. Specializzata in Linguistica, ha maturato la passione per il giornalismo grazie ad uno stage nella redazione della rivista “Progress” scrivendo di cultura e viaggi. Ha collaborato con il quotidiano “Cinque giorni” occupandosi della cronaca di Roma. Nel 2008 la passione per la scrittura l’ha condotta alla pubblicazione del romanzo “Pantarei”, vincitore dei premi “Anassilaos” e “Calarco”.