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HomeEsteri Rafah, Israele rinvia l’apertura: “Gli aiuti non passano da lì”. Trump: “Nuovi attacchi se Hamas non rispetta accordi”

Altri 2 corpi consegnati
da Hamas a Israele
Rafah, valico resta chiuso

Pressing di Donald Trump su Hamas

"Nuovi attacchi se violate gli accordi"

di Iris Venuto16 Ottobre 2025
16 Ottobre 2025
ostaggi

Camion carichi di aiuti umanitari sul lato egiziano del valico di Rafah | Foto Ansa

GAZA CITY – Altre due bare in viaggio verso Israele. Salgono a nove i corpi degli ostaggi israeliani che Hamas ha riconsegnato come parte dell’accordo. Si tratta di Inbar Hayman e Mohammad al-Atrash. La prima, nota anche con lo pseudonimo di “Pink”, aveva 27 anni, era un’artista e riempiva le strade di Haifa con i suoi graffiti. Il secondo invece era un soldato 39enne di origine beduina, ucciso in combattimento il 7 ottobre. Sono tutti quelli che era possibile localizzare. La consegna degli altri 19 mancanti richiede “notevoli sforzi e attrezzature specializzate per essere ricercati e recuperati”, spiegano le milizie palestinesi in un comunicato.

Le salme sono state recuperate dalla Croce Rossa in un punto d’incontro nel nord di Gaza. Sono stati poi consegnati a un’unità dell’Idf e dello Shin Bet, che li ha riportati in Israele, accolti con una cerimonia militare alla presenza del Rabbino Capo dell’esercito. In totale Hamas ha restituito nove corpi, ma Israele, dopo aver effettuato i test del Dna, conferma che uno di loro non era un ostaggio. 

Il convoglio con i corpi dei due ostaggi israeliani arrivato a Tel Aviv | Foto Ansa

Le proteste delle famiglie e le minacce di Trump

Dal canto loro, le famiglie degli ostaggi hanno chiesto al governo israeliano di bloccare le fasi successive della tregua finché Hamas “continuerà a violare il suo ruolo nel restituire tutti gli ostaggi caduti”. Secondo il ministro della Difesa Israel Katz, se Hamas continuerà a violare l’accordo, l’esercito potrebbe riprendere l’offensiva nella Striscia di Gaza. A fargli eco anche il presidente americano Donald Trump, annunciando che le forze israeliane potrebbero tornare in campo “non appena lo dirò io”, nel caso Hamas si rifiutasse di rispettare la sua parte dell’accordo. 

Ancora chiuso il valico di Rafah

Rimane in stallo anche la consegna degli aiuti. Rimandata a nuova data l’apertura del valico di Rafah a Gaza. Ad annunciarlo l’agenzia di aiuti militari israeliana Cogat, che sul Guardian spiega che i preparativi con l’Egitto sono ancora in corso e che per il momento il carico continuerà a entrare nella Striscia di Gaza attraverso altri valichi, tra cui quello di Kerem Shalom.

Al lavoro a una forza di stabilizzazione

Intanto la comunità internazionale procede spedita verso la Fase 2, per creare una forza di stabilizzazione nella zona. Secondo il ministro del Qatar, uno dei Paesi mediatori, la sua formazione insieme alla futura governance sono elementi chiave per sostenere l’accordo. Anche l’Italia è pronta a fare la sua parte, partecipando con i suoi militari, se l’Onu lo richiederà. Lo annuncia il ministro degli Esteri Tajani invitando il Parlamento a raggiungere un’unità di intenti tra tutte le forze politiche.

Onu, nuove accuse a Israele

Ma i segni del conflitto permangono anche sui corpi dei palestinesi. L’Onu accusa Israele di continuare a commettere crimini di guerra anche durante il cessate il fuoco. Anche le testimonianze di alcuni detenuti palestinesi rilasciati rivelano le torture e i soprusi a cui erano sottoposti dai militari israeliani durante la detenzione.

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