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Rai e pluralismo, secondoGraziano (Pd): " Siamoal Tele Meloni"

"Eccesso di posizionamento del governo Va cambiata la legge sulla governance"

ROMA –  Un servizio pubblico plurale, con investimenti certi e con una nuova governance aziendale. È questa la richiesta del capogruppo del Pd in Commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano, che a Lumsanews ha commentato la situazione in cui versa la Radiotelevisione italiana.

Penso che in questo momento ci sia un tema di eccesso di posizionamento a favore del governo e della maggioranza che ha provocato una difficoltà. Il servizio pubblico è tale se si è un’azienda di Stato ma, soprattutto, se si è plurali. Se manca il suo atto fondante, i telespettatori lo leggono e il risultato è la caduta dello share”, ha sottolineato il deputato. Un elemento che porta irrimediabilmente anche ad una caduta della pubblicità, visto che il servizio pubblico è legato a un canone. E che mette concretamente a rischio la stessa sopravvivenza dell’azienda viste le difficoltà dovute all’indebitamento precedente. 

Una tendenza controproducente quella di “Tele Meloni”, così come definita dal dem, che si è iniziata a percepire con l’arrivo della nuova governance voluta dalla maggioranza frutto –  a detta del Partito Democratico – di una legge sbagliata che mette tutto in mano al governo. 

“Noi siamo per cambiare questa norma in modo da rendere più plurale l’azienda e renderla soprattutto indipendente, in modo da realizzare delle condizioni per le quali ci siano dei parametri che possano valutare i programmi che sono dettati dallo share, dal costo, dalla pubblicità – ha sottolineato Graziano -. È questo che dà davvero la possibilità al telespettatore, ma soprattutto all’editore, e cioè il Parlamento, di poter fare una valutazione”. 

Un cambio di passo che però non basta. “A livello di vigilanza in Commissione, noi come opposizione abbiamo fatto al contratto di servizio una serie di emendamenti. Ovviamente abbiamo votato contro questo atto del governo perché non ci soddisfa, soprattutto su alcuni punti specifici, a partire dalla parità di genere”, ha ribadito Graziano. 

Maria Sole Betti

Classe '96, cresciuta tra l'Adriatico e l'ombra della Madonnina. Da sempre attratta dalle storie degli altri, mi sono laureata in Scienze Politiche all'Università Statale di Milano. Dopo un Erasmus a Barcellona e una magistrale in Istituzioni e tutela dei diritti, l'approdo a Roma per fare del sogno del giornalismo una professione. Curiosità e chiacchere guidano la mia vita, ma, del resto, ho la luna in Ariete.