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quando le dichiarazioni
favoriscono gli avversari

Referendum a parole
quando le dichiarazioni
favoriscono gli avversari

di Simone Alliva18 Novembre 2016
18 Novembre 2016

La consultazione del 4 dicembre sta diventando l’apoteosi del testimonial alla rovescia, vale a dire: trova nel mucchio cosa vota chi ti è più antipatico, e fai l’esatto contrario. Con buona pace per la “spersonalizzazione”, le dichiarazioni di voto, spesso assurde, dei due fronti  rischiano di dare man forte all’avversario. È il caso di Dario Nardella, renziano della prima ora e sindaco di Firenze, ieri a Crotone per sponsorizzare le ragioni del Sì, che ha dichiarato: “Così come negli Stati Uniti c’è stata una maggioranza silenziosa che ha fatto vincere Trump, la stessa maggioranza silenziosa qui darà la vittoria ai Sì nel Referendum sulla Riforma Costituzionale”. Non proprio una dichiarazione felice per un dirigente del Partito Democratico. Tanto che il movimento del deputato Civati,  ex PD, “Possibile” ha ribattezzato: “Sindaco arancione”, in riferimento non al movimento di sinistra dei sindaci italiani ma alla della chioma del Tycoon, della stessa tonalità.

Non va meglio dal lato opposto: il no più sbeffeggiato delle ultime ore è quello del deputato e componente del direttorio M5S Carlo Sibilia, che approfittando del No di Bob Dylan al ritiro del premio Nobel, twitta: “E niente, alla fine anche Bob Dylan ha detto #NO. Dire NO nel 2016 è cool e da vincenti! #iodicoNO.

Puntuale la valanga di commenti ironici: da “vedo che No lo continuano a dire pure i tuoi neuroni” a “sei grande perché ogni volta che pare che tu abbia scritto il tweet più stupido,ti superi e ne scrivi uno ancora più stupido”.

Oltre che nelle dichiarazioni i fronti opposti cercano il volto del testimonial per misurare l’opposizione, che farebbe più effetto dell’identità. È il caso dell’ex premier tecnico Mario Monti, che con la sua dichiarazione sul No ha sollevato l’indignazione di personalità come Gianluigi Paragone (anche lui pro-No): «Ditemi che è un patto segreto per far vincere il Sì», ha sibilato. A mettere in imbarazzo il fronte del sì anche Elsa Fornero, l’ex ministra meno amata dagli esodati: «Sono orientata al Sì, ma ci penserò ancora», ha chiarito dimostrandosi particolarmente consapevole del suo potenziale perversamente attrattivo verso il fronte opposto. Matteo Renzi ha fine estate ha individuato nel leader maximo il freno del cambiamento: «D’Alema voterà no: quanto questo aiuterà le ragioni del Sì non lo so, ma secondo me molto…», sghignazzava. A distanza di mesi resta lui lo sponsor preferito del comitato per il Sì.

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