Il presidente del Consiglio Matteo Renzi durante un incontro per il sì al referendum, al teatro Ariosto di Reggio Emilia, 22 novembre 2016. ANSA / US PALAZZO CHIGI - TIBERIO BARCHIELLI +++ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING+++

Referendum, il voto estero vale il 5%
Pace: “Ricorso se Sì vince con quei voti”

Grillo attacca Renzi: "Una scrofa ferita"
Berlusconi: Mediaset teme ritorsioni, voterà Sì

A undici giorni dal 4 dicembre, sul voto incombe anche la minaccia dei ricorsi. Il Comitato per il No si è dichiarato pronto a intervenire, se a determinare la vittoria del Sì sarà il voto degli italiani all’estero. Si è espresso in proposito Alessandro Pace, presidente del Comitato: “Se risultasse decisivo, potremmo decidere di impugnare il risultato», ha affermato. Secondo il giurista infatti, il meccanismo di voto adottato per le circoscrizioni estere, violerebbe i principi fondamentali della legge. Come stabilisce la Costituzione, l’esercizio del voto deve essere «personale, libero e segreto», requisiti che non sarebbero garantiti dal corrente sistema di voto. I renziani tuttavia, sono convinti che i ricorsi verrebbero respinti. Molti di loro confidano sul sentimento di esclusione degli italiani all’estero e sul fatto che, se venisse messo in discussione il loro voto, sarebbero ancor più propensi a optare per il Sì.

A scaldare il clima è la stima del peso dei voti dall’estero. Considerando l’ipotesi di Renzi di 25-30 milioni di votanti complessivi, il valore oscillerebbe tra il 5 e il 6%. In caso di testa a testa, il loro peso sarebbe dunque determinante. Dal conto delle prime schede arrivate infatti, è previsto che quasi un milione e mezzo di concittadini consegneranno il loro voto presso un consolato italiano. I votanti sarebbero decisamente più di quelli del referendum sulle trivelle (700mila), e forse anche delle politiche del 2013, quando votarono 1,2 milioni dei circa 4 aventi diritto. Secondo le previsioni la maggioranza si schiererebbe per il Sì e a prevalere sarebbe la fascia di mezza età, in particolare professionisti, manager e imprenditori.

Nel frattempo, continuano le tensioni con l’opposizione. Beppe Grillo è passato a una linea ancor più dura nei confronti del premier: «Renzi ha una paura fottuta del voto del 4 dicembre. Si comporta come una scrofa ferita che attacca chiunque veda», ha scritto ieri sul suo Blog. A stretto giro è arrivata la risposta di Matteo Renzi, durante i cinque eventi svolti in giornata per la sua maratona elettorale. Il premier non ha risposto alla provocazione, ma si è rivolto direttamente agli italiani: «Il loro tentativo è di buttarla in rissa, la nostra reazione è calma e gesso, sorrisi e tranquillità». Ha poi aggiunto: «Non fatevi fregare, meglio farci un sorriso e parlare di Cnel, di bicameralismo e del merito».

Ieri sera Silvio Berlusconi, ospite di Bruno Vespa a Porta a porta, ha rilasciato una dichiarazione relativa alle posizioni di Mediaset sul voto del 4 dicembre. «Se il governo dovesse vincere, ci saranno ritorsioni negative per le nostre aziende e per le altre», ha spiegato il Cavaliere. Per questo, ha dichiarato che i vertici Mediaset, a cominciare dal presidente Fedele Confalonieri, sono per il Sì.

Giulia Turco

Giulia Turco, 22 anni. Approda al Master in Giornalismo dopo la Laurea triennale in Lettere Moderne, conseguita a Bologna, la sua città. Inglese, francese, spagnolo le lingue apprese durante gli studi, che le permettono di coltivare una delle sue più grandi passioni: il viaggio. Parole chiave: curiosità, passione, determinazione. Fanno di lei un occhio attento, pronto a cogliere e interpretare i grandi e piccoli cambiamenti delle società di oggi.