ROMA – All’indomani dello spoglio delle regionali d’autunno entrambi gli schieramenti si dichiarano vincitori. Con il trionfo di Alberto Stefani in Veneto, Roberto Fico in Campania e Antonio Decaro in Puglia, il conteggio delle vittorie segna tre a tre. “Una vittoria frutto del lavoro, della credibilità e della serietà della nostra coalizione”, sostiene la premier Giorgia Meloni sui social. Mentre per la segretaria del Pd Elly Schlein il segreto è il lavoro di squadra nel campo largo: “Uniti non si vince, si stravince”.
L’ipotesi di una nuova legge elettorale
È proprio la paura di un fronte progressista unito a serpeggiare tra le fila della maggioranza. Un’ipotesi proiettata per primo dal leader di Italia Viva Matteo Renzi: “Da domani Giorgia Meloni proverà a cambiare la legge elettorale perché ha capito che il centrosinistra unito può vincere le politiche e contendersi la premiership”. Poi in serata la conferma ai microfoni di La7 del responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli: “La volontà del governo è quella di arrivare a una nuova legge elettorale per assicurare stabilità”, in vista delle politiche del 2027. Un sistema elettorale simile a quello delle elezioni dei sindaci o dei presidenti di Regione che punta a “dare più rappresentatività ai territori, perché oggi con i collegi, i territori hanno avuto meno rappresentatività”.
Antonio Decaro possibile nome per le politiche 2027?
Il centrodestra punta, quindi, sul “neoporcellum” per vincere le elezioni del 2027, mentre la strategia del fronte progressista potrebbe essere quella di affidarsi ad un nome forte. A seguito della schiacciante vittoria di Antonio Decaro in Puglia c’è chi ipotizza, infatti, una candidatura alle primarie del Pd. Del resto il successore di Emiliano gode di un largo consenso, soprattutto al Sud, dove alle ultime elezioni europee aveva incassato quasi 500mila voti.
La Lega doppia FdI in Veneto e punta alle regionali in Lombardia 2028
Una volta concluse le politiche, la partita si sposterà in Lombardia. Dopo la vittoria in Veneto e il raddoppio del Carroccio su Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni rischia di essere il fanalino di coda della coalizione anche alle regionali del 2028. Il sorpasso a lungo evocato dai meloniani nella regione di Zaia non c’è stato e la Lega ha raccolto il 36% rispetto al 18,6 di FdI, paventando forse un riequilibrio della leadership del centrodestra


