HomePolitica Renzi scuote il Pd: “Ora si fa opposizione”
Scontro aperto in aula sul Milleproroghe

Renzi scuote il Pd
"Ora si fa opposizione"
Per Minniti serve un leader

In attesa del prossimo congresso

si riaccende il dibattito tra i Dem

di Luisa Urbani13 Settembre 2018
13 Settembre 2018

“Basta con la rassegnazione nel Pd, in piedi, al lavoro”. Con queste parole, l’ex segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, sottolinea come, a sei mesi dalla sconfitta elettorale, sia necessario che il Partito democratico si rimetta in moto. “È fisiologico – dichiara l’ex premier in un’intervista a Radio Capital – dopo sei mesi di analisi della sconfitta sugli errori che abbiamo fatto, se adesso si inizia a fare opposizione”.

Per l’ex segretario si apre così una stagione di opposizione dura al governo gialloverde. Ieri, infatti, un folto numero di deputati democratici ha occupato l’Aula della Camera per contestare la fiducia al decreto milleproroghe. “È molto grave avere posto la fiducia. Grave perché la legittimità dell’atto è secondo noi inficiata dal fatto che il decreto non è ancora stato pubblicato – ha spiegato il capogruppo Pd Graziano Delrio – C’è un atteggiamento illegittimo da parte del governo”.

Sembra quindi che sia finita l’ora delle polemiche interne al Pd e che sia arrivato il momento di rimboccarsi le maniche. Mancano poche settimane infatti alla manifestazione dei dem “Per l’Italia che non ha paura”, che si terrà il 30 settembre a Roma. “Penso che sia venuto il momento di chiamare ad una mobilitazione nazionale gli italiani che non si rassegnano a vedere questo Paese in preda ai seminatori di odio. Il Pd fa un passo avanti e chiede a tutti di fare altrettanto”, ha dichiarato il segretario Maurizio Martina in una recente intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica.

Ma quello della piazza non è l’unico appuntamento di rilievo per il Partito Democratico, atteso, quando ancora non si sa, dal congresso. Tutti dicono di volerlo al più presto, ma aumentano i sospetti reciproci su presunte manovre per posticiparlo. A riguardo Renzi, ribadendo che non intende candidarsi alla segreteria, nega di lavorare per un rinvio. “È una barzelletta che non vogliamo fare il congresso a febbraio – dice sempre a Radio Capital – Quando si fa il congresso lo decide Martina”. “È vero – prosegue Renzi – ho detto “non vi libererete di me”, ma era riferito a chi in maggioranza dice “il Pd è morto e Renzi è finito, l’opposizione non c’è”. Non si libereranno di noi. Manca il governo, non l’opposizione”.

Meno ottimista l’ex ministro Marco Minniti che – in un colloquio con La Repubblica – ha dichiarato che “l’opposizione dev’essere incarnata da un leader. Salvini con le sue idee perverse lo è. La connessione sentimentale con il popolo – prosegue – la può realizzare solo un leader. Serve a ben poco discutere del programma perché il programma non crea la connessione con la gente. Quella la può creare soltanto una persona, un capo”.

Se la certezza di Minniti sembra essere quella della necessità di un unico capo, non è dello stesso avviso Nicola Zingaretti che, dopo la stagione renziana e le sconfitte alle elezioni, dice basta con il capitano solitario. Insomma, la volontà di opporsi con forza all’esecutivo gialloverde c’è, sembra però mancare un’idea condivisa su come farlo.

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