Renzi parla dei migranti su “la Repubblica”: “l’Europa scelga se affrontare la realtà”

WCENTER 0XMKCBODBN Matteo Renzi candidato alle primarie del Pd al Palaolimpico di Torino, 21 ottobre 2012. ANSA / ALESSANDRO DI MARCO

In una lettera pubblicata oggi su Repubblica, Matteo Renzi rilancia in versione “nazional popolare” l’appello europeo di Jean Claude Juncker per un’Europa più unita in aiuto dei migranti. Lo stile di Renzi è, come sempre, aneddotico e moraleggiante: “il declino non inizia da un dato economico, ma culturale. Spirituale.” Per questo il presidente del Consiglio ritiene che “l’Europa deve scegliere se continuare a voltare le spalle alla realtà o affrontarla.” Renzi condisce i suoi auspici con una serie di “fotogrammi” inseriti ad arte nel suo eloquio, che ricorda molto i discorsi della sua campagna elettorale in camper; quando  – tra una slide e l’altra – lo spezzone di un film di Benigni e Troisi faceva piovere applausi. E così, per far capire agli italiani la frustrazione dei nostri politici nel non ottenere dall’Europa risposte all’emergenza, utilizza la metafora dell’i-Pad: “Per noi italiani è stato come quando stai guardando un film sull’i-Pad. Solo che hai le cuffie. E, dunque, soltanto tu stai vedendo e sentendo ciò che passa sullo schermo. All’improvviso ti staccano le cuffie. Tutta la stanza è improvvisamente invasa dal rumore.” Renzi non spiega la realtà con numeri e statistiche, lui ce la racconta. Le stragi quotidiane di migranti nel Mediterraneo si trasformano in un aneddoto drammatico, ma a lieto fine. Come quello di Ester che, racconta Renzi, impiega due anni per arrivare in Italia dalla Nigeria, dopo aver viaggiato da sola ed aver partorito “in mezzo al Mediterraneo”.  Insomma, conclude il Premier, dopo “mesi in cui noi italiani ci siamo sentiti soli a fronteggiare l’emergenza in mare ed ai tavoli di Buxelles, oggi tutto sembra cambiato.” Piccoli successi per il Governo, e non solo nella politica estera. Renzi si dice “fiero dei passi in avanti economici dell’Italia” e cita “i posti di lavoro di qualità che aumentano grazie alla riforma del Jobs Act”. Un lieto fine annunziato per una generazione che, conclude Renzi, “la storia giudicherà non per lo spread o per le  riforme, ma per il modo con il quale avrà tutelato e difeso la dignità delle persone”.

 

Raffaele Sardella

Nato a Campobasso, dopo la maturità scientifica, si è laureato a pieni voti all’Università di Bologna specializzandosi in storia dell’arte medievale. Ha collaborato con l’emittente locale “Telemodena” come reporter per il notiziario. Appassionato di ciclismo e biciclette, ha alle spalle anni di volontariato nell’ambito della mobilità sostenibile e dell’educazione ambientale per conto di enti no profit.