Un momento della manifestazione degli avvocati genovesi, davanti a palazzo di Giustizia, che protestano contro la proposta di bloccare la prescrizione nei processi dopo il primo grado. A margine di un convegno organizzato dall'Ordine degli Avvocati sono partiti da Palazzo di Giustizia e hanno raggiunto la sede dell'Ordine indosssando la toga. Genova, 06 dicembre 2019. ANSA/LUCA ZENNARO

Riforma della prescrizioneM5S e Pd verso l'accordoOk a riforma processo civile

Di Maio: "Non si vuole lo strappo" Orlando: "Si può trovare un'intesa"

Segnali d’intesa all’interno della maggioranza sulla riforma della prescrizione. “Non ho avuto l’impressione che si voglia fare uno strappo”, ha commentato il ministro degli Esteri Luigi di Maio ai microfoni di Radio Capital, certo che si possa trovare una quadra con il Partito Democratico.

Il capo politico dei Cinque Stelle si è mostrato dunque in linea con il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che ieri sera, al termine del vertice a Palazzo Chigi, ha dichiarato in conferenza stampa: “Siamo al lavoro e convinti di poter arrivare a un accordo per raggiungere una ragionevole durata dei processi”. La norma, fortemente voluta dal ministro pentastellato, dovrebbe entrare in vigore da gennaio 2020 e prevede l’interruzione della prescrizione dei reati dopo la sentenza di primo grado.

Sulla questione è intervenuto a Sky Tg24 anche l’ex ministro della giustizia e vicesegretario dem Andrea Orlando: “Andare a cercare le diverse anime del Movimento 5 Stelle mi sembra una strada sbagliata. Non abbiamo nessun interesse a produrre divisioni ma ci interessa avere una posizione comune”.

Ma nonostante i segnali di disgelo all’interno dell’esecutivo l’opposizione attacca. Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera ospite a Mattino Cinque, ha dichiarato: “L’abolizione della prescrizione non è una riforma, ma una picconata allo Stato di diritto e alle garanzie previste dalla Costituzione. Rappresentare la prescrizione come un tema che riguarda i politici è sbagliato, perché danneggia cittadini, imprese e professionisti e condanna gli italiani a un “fine processo mai”, a una specie di ergastolo processuale che è un danno enorme per chiunque sia coinvolto in un processo e anche per la sua famiglia”.

In attesa di un accordo nella maggioranza sul tema, il Governo vara però il nuovo processo civile. Il consiglio dei ministri ha infatti approvato ieri all’unanimità il ddl delega presentato dal guardasigilli Bonafede, che la considera una priorità per il 90% degli italiani. La riforma punta sulla digitalizzazione dei processi in modo da rendere più snelli e più celeri i procedimenti.

Tra le novità: l’eliminazione del ricorso obbligatorio alla mediazione in materia di responsabilità sanitaria, contratti finanziari, bancari e assicurativi; cancellato anche l’obbligo della negoziazione assistita nel settore della circolazione stradale; unificazione per i procedimenti di impugnazione dei licenziamenti, con l’abrogazione del rito Fornero.

Chiara Viti

Classe 1993. Ha studiato Filosofia a Roma e si è specializzata in Editoria e Giornalismo. Si è avvicinata al mondo della comunicazione lavorando come Ufficio Stampa, poi uno stage nella redazione di Report (Rai 3). Adesso è giornalista praticante presso la Lumsa Master School.