Roma, arriva l’albo degli artisti di strada. Città divisa in zone ed esibizioni limitate.

giocolieri083copiaCome ogni vera professione ora serve anche un albo per regolamentare e riconoscere il lavoro degli artisti di strada. Questo è solo uno dei punti della proposta di delibera presentata da Gianluca Peciola, il consigliere comunale di Sel, in Campidoglio per la valorizzazione degli artisti on the road. Gli altri punti prevedono: un tesserino da esporre durante la performance, una mappa che differenzi le piazze in base alla tipologia di artista e orari di esibizione e segni le zone rosse inaccessibili, come anche un registro che gestisca i turni. Ma per stare al passo coi tempi  si è pensato anche ad un softwarwe, Strad@perta, già attivo a Milano, da utilizzare dagli artisti di strada per prenotare piazze e orari, come anche la proposta di aprire un sportello, con funzione di internet point per gli artisti che non hanno possibilità di connettersi al portale. La presidente della Commissione Cultura capitolina, Michela Di Bias,e punta ad inserire nella nuova delibera un articolo che dia la possibilità ai municipi di individuare i luoghi dove poter accogliere le esibizioni.
Alla ricerca di punto d’incontro. Un tema caldo che è stato discusso nella doppia audizione dei comitati dei residenti nelle Commissioni cultura capitolina e municipale. La prossima  settimana è, infatti,già in programma un nuovo incontro con i rappresentanti dei residenti del I Municipio insieme agli artisti di strada. «È un lavoro – ha dichiarato la presidente del Municipio Sabrina Alfonsi – che sta procedendo bene, la nostra richiesta di proroga ha aperto ora una forma partecipata. Gli elementi su cui puntiamo sono l’albo con cui identificare gli artisti e concedere i permessi, e la scelta dei luoghi. Per noi è fondamentale differenziare artisti e orari in base alle piazze, lasciando fuori tutti i luoghi della movida». Sarebbero così off limits : Campo de’ Fiori, Piazza Santa Maria in Trastevere esibizioni solo fino alle 23, mentre al Pincio fino a mezzanotte.  
I lasciti dell’amministrazione Alemanno. Per la presidente Sabrina Alonsi «l’ultima delibera  ha allontanato la vera arte di strada dalla città» e per  Gianluca Peciola, promotore del nuovo provvedimento, garantisce che «si tenterà di fare un intervento che faccia emergere i veri artisti: nella vecchia delibera è talmente sballata la divisione in zone che gli artisti storici sono fuggiti». Dalle comunicazioni, infatti, arrivate ai vigili si capisce che la maggior parte degli artisti locali boicotta la delibera dell’amministrazione di centrodestra. Come spiegano all’associazione Strada Libera Tutti «Siamo obiettori. Il foglio non serve a niente, ci sembra una forma di mobbing. Vogliamo per rispettare la legge e trovare una convivenza pacifica con gli abitanti». Per ora si cerca di trovare un regolamento che metta tutti d’accordo residenti e suonatori. La chiave sta tutta nel riconoscere la qualità, come ha spiegato Anna Lisa Secchi, presidente della Commissione municipale: «l’idea  è quella introdurre un tesserino personale da esporre durante l’esibizione e risolvere il problema degli abusivi, come avviene a Londra. Pensiamo anche a differenziare gli artisti sonori da quelli solo scenografici e all’introduzione di un registro con cui gestire le turnazioni».  
La posizione dei residenti.  Secondo la Viviana Piccirilli di Capua, dell’Associazione abitanti centro storico: «le istituzioni sanno benissimo cosa desiderano i cittadini. Il nostro è un parere non ideologico, ma perché il centro venga tutelato. Ci sono cose più importanti da risolvere, mentre questo cambiamento di delibera va a d incidere negativamente sulla sicurezza e sulla salute». Parere molto più forte del portavoce del Coordinamento residenti città storica, Paolo Gelsomini, «è una proposta emendabile perché è sbagliata la filosofia. Gli artisti di strada qui sono considerati con una visione romantica non c’è più: spesso c’è il racket. È una deregulation contro la salute dei cittadini.  Noi siamo favorevoli alle pedonalizzazioni, ma ci vogliono regole certe per la gestione dei “vuoti».

di Alessandra Pepe