Roma, i Municipi cambiano i numeri
Tanti risparmi ma anche tante critiche

Quella che attende i cittadini romani è una vera e propria rivoluzione su scala locale: i Municipi modificheranno la loro numerazione. I cambiamenti sono tanti e non riguardano semplicemente il numero del Municipio di appartenenza. I risparmi sono sempre ben accetti, ma i costi, almeno per il momento, sono ancora un’incognita. La riforma apporterà numerose modifiche e, come sempre, la scia di critiche si accavallano, sia quelle a favore, sia quelle contro. Ma vediamo in dettaglio.
I cambiamenti. Andando nel dettaglio il Municipio I – centro storico – manterrà la stessa numerazione, ma sarà accorpato al VII e una parte del IX. Un accorpamento riguarderà anche il II e III che diventeranno il Municipio II, in sostanza Piazza Bologna più Parioli. Montesacro – ossia l’ex IV – diverrà il III. E il V – Tiburtino e Pietralata – passerà al quarto. Andando avanti, Pigneto e Centocelle – VI e VII – si fonderanno insieme diventando il Municipio V. I residenti del VIII diverranno residenti del quinto. Poi, il Municipio VII sarà formato da una parte del IX e X. Il posto del XI verrà preso dal numero VIII, il dodici diventerà il nove, Ostia – XIII – muterà in X, mentre il quindici in XI. Il sedici sarà il dodici, il XVIII tornerà indietro fino al numero dodici. Il XIX prenderà il posto del XIV. Per finire il ventesimo diventerà XV.
I risparmi e i costi. I risparmi ammonteranno a «centinaia di migliaia di euro». Per Andrea Catarci – presidente dell’undicesimo Municipio – i tagli riguarderanno «quattro presidenti, 16 assessori e 100 consiglieri». Nelle casse della Capitale, ha continuato Catarci, ci saranno «più di un milione di euro l’anno contro una spesa non quantificabile, ma che sarà comunque ingente. Visti i tempi, forse era meglio aspettare».
Le critiche. Dunque, si conosce la variabile “risparmi”, ma i “costi” ancora no. Una bella gatta da pelare. Ed è proprio su questo aspetto che piovono le critiche maggiori. Perché questa rivoluzione porterà, oltre al mero cambio di nome, numerosi cambiamenti pratici: le tessere elettorali, i passi carrabili, i cartelli stradali, la segnaletica dei cantieri, i numeri telefonici che individuano la circoscrizione, la carta intestata, i timbri e molto altro. Per Sandro Medici – presidente del Municpio X – oltre a «una gestione dilettantesca», c’è il sospetto «che il criterio sia stato solo quello delle preferenze elettorali. Così ci sarà il caos, andava fatto molto tempo prima per dare il tempo ai cittadini di adeguarsi». Il minisindaco del XII, Antonella De Giusti, definisce la rivoluzione cittadina come una «consiliatura pasticciona» e, in coro con le altre reazioni, continua che «questo accorpamento andava programmato in modo diverso e non all’ultimo momento».

Paolo Costanzi