"Lo Stato tassa i sussidi"la denuncia degli Istitutidi previdenza privati

L'Adepp: "Allo Stato il 20% degli aiuti, sono soldi già tassati, cambi la norma"

Lo Stato chiede una percentuale sugli aiuti che sta erogando per sostenere i lavoratori. Una discriminazione fiscale che sa di paradosso. Lo denuncia l’Adepp, associazione che riunisce venti enti pensionistici privati a cui sono associati più di un milione e mezzo di professionisti. Tra queste figurano quelli degli avvocati, dei notai, dei giornalisti, dei rappresentanti delle imprese, dei geometri, dei commercialisti: quasi tutti liberi professionisti che in un periodo come questo vedono i loro redditi ridursi enormemente per via della crisi.

“Per ogni mille euro che potremmo destinare ai professionisti, saremmo costretti a trattenerne almeno 200 da rigirare allo Stato”, dichiara il presidente Alberto Oliveti. Per questo chiede al ministero del Lavoro “parità di trattamento con gli indennizzi statali erogati durante l’emergenza Coronavirus, che sono esentasse come gli assegni sociali e altre prestazioni assistenziali veicolate dall’Inps”. Una situazione che potrebbe rimanere in vigore anche per i sussidi erogati nel

Se con il prossimo “decreto Aprile” il governo non dovesse cambiare questa norma fiscale, la tassa sui sostegni a chi è rimasto senza lavoro e non è iscritto a un istituto di previdenza pubblico, rimarrà in vigore.

Gli istituti privati al momento hanno anticipato 200 milioni di euro per l’erogazione dei “bonus” da 600 euro previsti dal decreto “Cura Italia”: “Ne attendiamo la restituzione”, continua la nota di Adepp. Inoltre vengono richiesti ulteriori sforzi per poter fornire il sussidio a chi ne ha fatto richiesta ed è rimasto fuori, oltre ad un cambio delle regole decise da Palazzo Chigi che hanno “portato ad escludere dall’indennizzo statale chi ha già un piccolo trattamento pensionistico, o è semplicemente iscritto a più di un Ente di previdenza obbligatoria”.

Per questo Adepp chiede parità di trattamento con gli indennizzi statali erogati durante l’emergenza, “che sono esentasse come gli assegni sociali e altre prestazioni assistenziali veicolate dall’Inps”. E non tassate al 20% almeno, come i sussidi disposti dagli enti privati. Il presidente Oliveti ricorda che “le risorse delle Casse dei professionisti sono frutto del risparmio previdenziale degli iscritti, che è già tassato”. Insomma, sarebbe pretendere “tasse sulle tasse, per giunta in un momento in cui siamo tutti richiamati alla solidarietà”.

Federico Marconi

Roma, 1993. Dopo la maturità scientifica abbandona i numeri per passare alle lettere: prima di approdare alla Lumsa studia storia contemporanea a La Sapienza e giornalismo alla Fondazione Basso. Ha prodotto un web-doc per ilfattoquotidiano.it e collabora con L’Espresso