HomeEconomia Tra dialogo e scontro: Tria vola a Bruxelles per difendere la manovra

Tria vola a Bruxelles
per difendere la manovra
"Non supereremo il 2,4%"

Grande attesa per l'Eurogruppo di oggi

Di Maio: "Noi come Trump"

di Federico Marconi05 Novembre 2018
05 Novembre 2018

C’è grande attesa per l’incontro dell’Eurogruppo che si terrà oggi a Bruxelles. Alla presenza dei 19 ministri del Tesoro dell’Area euro, Giovanni Tria dovrà ancora una volta difendere la manovra finanziaria del governo Salvini-Di Maio. Oggetto del contendere il rapporto deficit-Pil: il 2,4 percento previsto per il 2019 nella nota al Documento di economia e finanza.

Dopo la bocciatura della manovra da parte della Commissione europea, con la riunione di oggi si apre una nuova fase di trattative tra Roma e Bruxelles. Il ministro Tria spera di trovare un accordo entro il 13 novembre, data ultima fissata dal commissario all’economia Pierre Moscovici nella lettera con cui si chiedeva di riscrivere la manovra.

Tria cercherà di convincere i colleghi ministri che il deficit nel 2019 sarà sicuramente inferiore al 2,4 percento previsto. Questo perché il reddito di cittadinanza e la riforma della Legge Fornero non partiranno con l’inizio dell’anno, così che i 17 miliardi stanziati per le due misure non incideranno tutti sull’aumento del deficit.

Il fronte dei paesi rigoristi, tra cui spiccano Germania, Austria, Olanda e Finlandia, non intende fare sconti. Per questo il ministro cercherà di convincere Spagna e Portogallo, più interessati a riformare le regole europee.

Ma se a Palazzo Chigi il premier Conte e il sottosegretario Giorgetti, così come Tria, vogliono evitare lo scontro con l’Europa, Matteo Salvini e Luigi Di Maio non ne hanno paura. I due vicepremier hanno dato mandato al ministro di rivendicare la “linea trumpiana” della manovra, fatta di aumento della spesa pubblica e crescita del deficit. “Siamo convinti che così potremo ridurre il debito pubblico”, ha affermato Di Maio al Financial Times. Ma da Bruxelles il messaggio è stato chiaro: se l’Italia non modifica la manovra rischia d’incorrere nella procedura d’infrazione del Patto di stabilità.

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