“Ci mancavano anche i bambini che vanno all’ospedale. Che muoiano. Non mi importa che si sentono male, io li scaricherei anche in mezzo alla strada i rifiuti”. Sono scioccanti le intercettazioni, emerse nel corso di un’inchiesta dei carabinieri forestali di Firenze per traffico illecito di rifiuti nella provincia di Livorno tra il 2015 e il 2016. Gli indagati avrebbero smaltito circa 200mila tonnellate di rifiuti speciali: miscelandoli con altri e mascherandoli come ordinari, per abbattere i costi di smaltimento. Lo stoccaggio avveniva in due discariche di Livorno, una delle quali proprio vicina ad una scuola. Sei gli arrestati, ma gli indagati sono almeno una trentina.
I reati contestati sono, a vario titolo, traffico di rifiuti, associazione per delinquere e truffa aggravata ai danni della Regione Toscana, quantificata in circa 4 milioni di euro di ecotasse non pagate. Ma i profitti illeciti realizzati avrebbero raggiunto i 26 milioni di euro.
Tra i rifiuti che arrivavano in discarica passando per ordinari e innocui, materiali nocivi come stracci imbevuti di sostanze tossiche, filtri olio motore e toner. Ecco perché sono stati messi i sigilli a due aziende di Livorno attive nel settore del recupero e del trattamento rifiuti.