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Invece di chiamare il 118
filma la morte del ragazzo

Riccione, muore un ragazzo
passante non chiama il 118
e filma tutto su facebook

La vittima era a terra sanguinante

La procura valuta se aprire un'inchiesta

di Luisa Urbani23 Ottobre 2017
23 Ottobre 2017

“Chi mi segue chiami aiuto! C’è sangue, speriamo si salvi” commentava Andrea Speziali in diretta su Facebook mentre Simone Ugolini moriva immerso in una pozza di sangue.

È successo nella notte tra sabato e domenica a Riccione, in provincia di Rimini. Simone Ugolini, un ragazzo di 24 anni, è rimasto vittima di un incidente stradale mentre stava tornando a casa a bordo del suo motorino. Andrea Speziali, il 29enne autore del video, trovatosi nel luogo dell’incidente, invece di chiamare i soccorsi ha deciso di tirare fuori il suo smartphone e iniziare una diretta su Facebook riprendendo gli ultimi attimi di vita di Ugolini. Nel video il 29enne chiede agli utenti di Facebook di chiamare i soccorsi, aggiungendo anche particolari macabri sulle condizioni del ragazzo.

Una scelta che, in poco tempo, ha scatenato l’ira degli utenti del social network. Decine e decine di critiche e insulti nei confronti di Speziali mentre lui continuava a raccontare in diretta quanto stava avvenendo. Qualcuno lo ha anche segnalato alla polizia postale.

Il 29enne, a seguito delle polemiche, si è giustificato così: “Mi avevano detto che avevano già chiamato i soccorsi, che non dovevo avvicinarmi, che stavano arrivando l’ambulanza e i carabinieri. Ero sotto choc, volevo fare qualcosa per lui e così ho pensato di filmarlo. Non cercavo lo scoop, giuro. Ora ho capito di aver sbagliato e chiedo scusa a tutti, alla famiglia soprattutto” riferisce a Il Resto del Carlino.

Intanto la polizia stradale e la polizia postale hanno sequestrato tutti i video dell’incidente e chiuso il profilo Facebook della vittima. Il materiale è stato spedito in procura e oggi il magistrato competente dovrà decidere se aprire un’inchiesta a carico di Speziali. Le ipotesi di reato sono violazione della privacy dei parenti del defunto,  procurato allarme e diffamazione degli operatori del soccorso.

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