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HomeEsteri Trump sul Venezuela: “Le operazioni terrestri inizieranno molto presto”

Il presidente Usa Trump
parla di "operazioni terrestri
imminenti" contro Caracas

Maduro ordina alle forze aeree

di essere "vigili, pronte e disponibili"

di Roberto Abela28 Novembre 2025
28 Novembre 2025
Uss Gerald R. Ford

La portaerei americana Uss Gerald Ford | Foto Mass Communication Specialist 2nd Class Ridge Leoni, Public domain, via Wikimedia Commons

WASHINGTON – “Le azioni terrestri contro il Venezuela inizieranno molto presto”. È quanto affermato dal presidente americano Donald Trump durante una telefonata di ringraziamento con il personale militare statunitense, in cui si è congratulato per il “successo dell’operazione Spearhead”. Il capo dell’esecutivo americano ha dichiarato anche che l’esercito porterà a termine la stessa operazione “contro il traffico di droga in Venezuela”, che a detta del tycoon avrebbe ridotto il flusso di stupefacenti verso gli Stati Uniti “dell’85 per cento”. “Probabilmente si sono accorti che la gente non vuole più consegnare la droga via mare, e inizieremo a fermarla anche via terra. Via terra è più facile, e questo inizierà molto presto”, ha detto Trump dalla sua residenza di Mar-a-Lago, a Palm Beach, in Florida. Il presidente statunitense ha giustificato le azioni militari sottolineando che i trafficanti di droga “stanno inviando il loro veleno negli Stati Uniti, dove uccidono migliaia di persone all’anno”.

Il 26 novembre scorso, il procuratore generale venezuelano Tarek William Saab – che guida la lotta contro il traffico di droga dopo che gli Stati Uniti hanno ufficialmente designato il Cartel de los Soles come organizzazione terroristica straniera – aveva parlato di un apertura al dialogo di Caracas come di Trump, che “ha mostrato la sua disponibilità a tenere colloqui con il presidente Maduro, per salvare molte vite”, mentre il ministro della Difesa Vladimir Padrino López ha criticato i governi “genuflessi” che “si prestano al gioco imperialista per militarizzare i Caraibi”, senza citare Paesi specifici. Il giorno dopo, il 27 novembre, il leader chavista ha ordinato alle forze aeree di essere “vigili, pronte e disponibili” a difendere il Paese e si è detto sicuro della vittoria se il Venezuela dovesse dichiararsi una “repubblica in armi”, con tanto di esercitazioni militari presso la base aerea di Maracay trasmesse dalla tv di Stato. Sempre il 26 il governo venezuelano ha revocato le concessioni di volo a Iberia, Tap, Turkish Airlines, Avianca, Latam Colombia e Gol, accusandole di “unirsi alle azioni di terrorismo” promosse dagli Stati Uniti. L’aeroporto internazionale di Maiquetia ha operato giovedì con solo sette partenze e sette arrivi programmati e l’Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata) ha esortato il Venezuela a “riconsiderare” la revoca delle concessioni.

A seguito degli attacchi aerei statunitensi, da settembre sono state distrutte più di venti imbarcazioni civili sospettate di appartenere a narcotrafficanti venezuelani, sia nei Caraibi che nel Pacifico, e almeno 80 persone sono morte.

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