Turismo, 2020 anno neropersi 53 miliardi di europer la crisi da Coronavirus

Nei prossimi tre mesi del 2021 possibile una perdita di 7,9 miliardi

Il turismo è il settore più colpito dalla crisi pandemica. Il 2020 si chiude con una contrazione 53 miliardi di euro rispetto al 2019, dovuta principalmente alla drastica diminuzione di turisti internazionali lungo il corso dell’anno, con un picco superiore al 60% nei mesi estivi. Lo rivelano i dati Isnart-Unioncamere nel webinar “Turismo prossimo venturo: il rilancio riparte dai territori”.

Pubblicata anche l’analisi predittiva per i primi tre mesi del 2021, ipotizzata sul prolungamento dell’attuale scenario di restrizioni dovuto al Covid: si stima la perdita di 7,9 miliardi con una riduzione del 60% dei flussi turistici italiani e dell’85% di quelli stranieri.

“La scorsa estate ben l’81% dei turisti italiani ha scelto mete in base a criteri di sicurezza e l’attività sportiva è stata la principale motivazione di vacanza”, ha spiega il presidente dell’Isnart Roberto Di Vincenzo. “Tali comportamenti sono destinati a perdurare nel tempo, condizionando fortemente le scelte di destinazione”.

Di Vincenzo ha inoltre messo in luce la necessità per le imprese turistiche italiane di puntare sulla digitalizzazione, evidenziando un calo dall’80 al 70% delle quote di mercato delle grandi OTA, le Online Travel Agency.

“In un contesto così complesso – ha sottolineato – è fondamentale ripensare il modello organizzativo del settore, per sviluppare forme di turismo orientate alla produzione di valore, migliorando la qualità dell’offerta e aumentando i servizi forniti dai singoli operatori e dai territori: una scelta che presuppone anche nuovi modelli di analisi”. Proprio per questo intento è nato il nuovo Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di commercio, presentato nel corso del webinar, alla presenza – tra gli altri – anche del ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini.