KIEV – Mosca apre sui negoziati di pace per l’Ucraina. “È in corso un processo serio per trovare una soluzione negoziata al conflitto e molti cercheranno di farlo fallire”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Dal canto suo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non si fida e – dopo una telefonata con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen – chiede di continuare a esercitare pressione sulla Russia. Mentre Oleksii Riabykin, viceministro per lo Sviluppo delle Comunità e dei Territori dell’Ucraina, afferma: “Stiamo costruendo le basi di uno Stato europeo moderno da integrare nell’Unione europea”.
Il ruolo degli Stati Uniti
Gli Stati Uniti hanno un ruolo cruciale sul tavolo delle trattative. Il segretario di Stato Marco Rubio ha detto agli alleati europei che gli Usa vogliono un accordo di pace prima di accettare qualsiasi garanzia di sicurezza per Kiev. Mentre il presidente Donald Trump ha garantito che negozierà tutele a lungo termine per la sicurezza dell’Ucraina.
Alle questioni internazionali, si aggiungono quelle interne. Negli States è bufera sull’inviato speciale della Casa Bianca Steve Witkoff a seguito dell’indiscrezione di Bloomberg su una telefonata col mediatore russo Jurij Ushakov. Witkoff avrebbe suggerito al presidente Vladimir Putin come presentare a Trump la proposta di pace. Nonostante le polemiche, il Cremlino conferma la sua visita a Mosca prevista per la prossima settimana.
Verso una forza multinazionale per Kiev
E il futuro di Kiev preoccupa il Vecchio Continente. L’idea di una forza multinazionale da schierare in Ucraina nasce dal presidente francese Emmanuel Marcon. La necessità emerge dal timore che la pace americana, costruita in parallelo con la Russia e solo marginalmente con Kiev, rischi di riaprire il grande tema della sicurezza continentale.
Intanto, il presidente francese ha annunciato l’istituzione di un servizio “militare e volontario” di dieci mesi a partire dall’estate 2026, specificando che chi aderirà servirà “esclusivamente sul territorio nazionale”.
Turchia: “Pronti a partecipare a forze rassicurazione”
Tra i primi Paesi a appoggiare Macron c’è la Turchia. “I militari turchi sono pronti a partecipare alle forze di rassicurazione che potrebbero essere dispiegate in Ucraina in seguito a un cessate il fuoco “, ha confermato il ministero della Difesa turco. “Deve essere definito – ha aggiunto il ministero – un quadro di missione, con una chiara definizione degli obiettivi, nonché del contributo di ciascun Paese”.
Mentre la tregua, sul campo, sembra ancora lontana. Mosca dichiara che “in 24 ore sono stati abbattuti 263 droni ucraini e un missile Neptune”. Invece Kiev sostiene di averne soppressi 92 su 142 nella notte.


