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L’Unità alla Santanchè? No grazie. Ma il tempo per salvarla sta finendo

di Anna Bigano09 Luglio 2014
09 Luglio 2014

santanchè-unitàNella carta stampata le larghe intese, a quanto pare, non funzionano quanto in Parlamento. Con un comunicato del Cdr, l’Unità ha dichiarato priva di fondamento l’ipotesi che a salvare la testata in crisi sia la Visibilia, la società di Daniela Santanchè che è già editrice dei periodici Ciak e Pc professionale rilevati da Mondadori. Il caso è scoppiato ieri, quando Dagospia e l’Huffington Post hanno rivelato che la “pitonessa” di Forza Italia ha mandato una lettera al quotidiano di area Pd, chiedendo di visionarne i conti e accennando anche la proposta di rilevarlo. «La sola idea che questa testata possa finire nelle mani di un’esponente di FI è incompatibile con la storia del giornale e quindi con la sua valorizzazione», hanno prontamente replicato i giornalisti. E sembra che alla Santanchè sia stato negato l’accesso ai bilanci del giornale.
Meglio chiudere, insomma, che consegnarsi nelle mani di un avversario che con la storia del giornale fondato da Gramsci non ha nulla a che fare. Il tempo per trovare un’alternativa più credibile però è poco: “L’Unità ha un mese di tempo”, titolava venerdì scorso la prima pagina. La Nuova Iniziativa Editoriale, editrice del giornale, è stata messa in liquidazione due settimane fa e i fondi sono agli sgoccioli. I redattori non ricevono lo stipendio da maggio, la distribuzione è stata ridotta e in alcune zone addirittura sospesa. L’unica proposta finora arrivata è quella dell’Editoriale Novanta di Matteo Fago, già socio di maggioranza della Nie, ma i liquidatori ritengono che il piano aziendale non sia abbastanza robusto e vada rivisto.
Ai «due Mattei», Fago e Renzi, è rivolto un video pubblicato sul sito dell’Unità in cui giornalisti, grafici e tipografici chiedono un intervento efficace per salvare la testata. Il tesoriere dei democratici, Francesco Bonifazi, ha assicurato che il partito si impegnerà individuare un percorso condiviso: «Siamo rimasti toccati dall’appello dei lavoratori dell’Unità e non rimaniamo indifferenti di fronte alla situazione esistente. Siamo consapevoli del valore storico della testata e abbiamo a cuore quanti, ogni giorno, a dispetto delle difficoltà esistenti, garantiscono con la massima professionalità un importante servizio per l’informazione italiana». Belle parole, che hanno solo pochi giorni a disposizione per trasformarsi in fatti. E allontanare lo spettro della chiusura di un quotidiano storico.

Anna Bigano

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