Vaccino Astrazenecaok fino a 65 annitranne per i vulnerabili

Ipotesi produzione dosi anche in Italia Istituite nuove zone rosse e arancioni

Approvato il vaccino Astrazeneca  per le persone fino a 65 anni.  Lo comunica il  Ministero della Salute, dopo il parere positivo della Commissione dell’Agenzia Italiana del Farmaco. La decisione, si legge nella circolare, è giunta a seguito di “nuove evidenze scientifiche che riportano stime di efficacia del vaccino superiori a quelle precedentemente riportate”. Secondo il documento, Astrazeneca può essere somministrato anche ai soggetti con condizioni che possono aumentare il rischio di sviluppare forme severe di Covid-19, ad eccezione, però, di quelle “estremamente vulnerabili”, cioè con danno d’organo preesistente o con risposta immunitaria compromessa.

Per cercare di aumentare le dosi di vaccino disponibili nel Paese, il governo valuta di produrre il vaccino anche in Italia. Giovedì il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti ne discuterà con il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi.

Il governo è al lavoro anche per definire le nuove misure anticontagio. Prorogato il divieto di spostamento tra regioni fino al 27 marzo, salvo comprovate esigenze lavorative, di necessità e di salute. Vietate le visite a parenti e amici nelle zone rosse, istituite nei giorni scorsi in alcuni comuni della Lombardia e aumentato il numero delle regioni in zona arancione. Tra queste, anche la provincia di Brescia e otto comuni della provincia di Bergamo per i quali dovrebbe scattare a breve la zona arancione rafforzata.

Si parla, però, anche di un timido tentativo di ripresa. Il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli, ha annunciato, questa mattina che “attraverso il Comitato tecnico scientifico del Ministero della Salute, stiamo lavorando a protocollo per consentire alla ristorazione la ripartenza”. E a questo proposito si è espresso anche il Presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, che questa mattina ha espresso parere favorevole sulla riapertura di alcuni ristoranti, “laddove nel territorio non si hanno troppi rischi di contagio”.