HomeCronaca Verso la proroga dello Stato di emergenza
Speranza: “Oggi in Cdm ulteriori scelte”

Stato di emergenza:
oggi il Cdm sulla proroga
durerà fino a marzo 2022

Speranza: "Superate 100 milioni di dosi"

Al via domani somministrazioni 5-11 anni

di Paola Palazzo14 Dicembre 2021
14 Dicembre 2021

È atteso alle 17 di oggi pomeriggio il Consiglio dei ministri per il via libera alla proroga dello stato di emergenza al 31 marzo 2022. Una scelta, spiegano fonti del governo, dettata dalla necessità di guadagnare tempo per preparare la fase successiva e uscire progressivamente dallo stato di emergenza. L’appuntamento di oggi è stato confermato questa mattina dal ministro della Salute Roberto Speranza, che ha parlato dell’epidemia come “un problema reale con cui fare i conti” e contro cui si sta lottando con i vaccini, “strumenti che un anno fa non avevamo”.

Sempre oggi in commissione Affari costituzionali del Senato le audizioni su vaccini e green pass della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e del sottosegretario al ministero della Salute Pierpaolo Sileri che ieri ha ribadito come “nella malaugurata ipotesi che qualche regione passi in ‘giallo’ non cambierà molto”.  “Grazie al green pass rafforzato – ha proseguito –   si potrà continuare a fare più o meno quello che si fa oggi”. Inoltre, il sottosegretario invita ad accelerare sulle terze dosi per “un Natale e un capodanno liberi”.

Prosegue con dati incoraggianti la campagna di vaccinazione in Italia. “In totale sono state superate 100 milioni di dosi somministrate” ha dichiarato Speranza. Secondo i dati forniti dal governo, quasi 48 milioni di persone (circa l’88% della popolazione over 12) hanno ricevuto almeno una dose di vaccino e sono circa 46 milioni (85%) coloro che hanno completato il ciclo.

Da domani due significative novità: partono le somministrazioni ai bambini dai cinque agli 11 anni e scatta l’obbligo vaccinale per il personale scolastico, i militari e le forze di polizia. “Ci sarà un continuo monitoraggio sugli operatori che hanno adempiuto all’obbligo. Prima dell’introduzione dell’obbligo  – ha spiegato Lamorgese –  il monitoraggio non era consentito per la privacy, oggi è invece possibile per la necessaria verifica posta in carico dei datori di lavoro. Ci si attende da questo un’ulteriore spinta ad aderire alla campagna da parte degli operatori”.

 

 

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