Palazzo Chigi / Foto Ansa

Vertice a Palazzo Chigisulla riforma istituzionaleGoverno vira sul premierato

Meloni: abbiamo la responsabilità portare l'Italia nella Terza Repubblica

ROMA –  Elezione diretta del presidente del Consiglio e sistema elettorale maggioritario. Naufragati presidenzialismo e semipresidenzialismo, il governo vira sul premierato all’italiana. L’obiettivo dichiarato dalla premier Giorgia Meloni, oltre ad assicurare stabilità dei governi e valorizzare il voto, è accompagnare l’Italia verso la Terza Repubblica. 

Il vertice fra i leader di maggioranza sulle riforme costituzionali

Non solo manovra, ma anche le riforme costituzionali sono al centro del vertice a Palazzo Chigi fra la premier Giorgia Meloni e gli altri leader di maggioranza. Inizialmente erano previsti due momenti di confronto sui due temi, uno in mattinata e uno alle 16. Poi si è deciso di affrontare le questioni in un’unica riunione a cui partecipano anche il leader della Lega Matteo Salvini, quello di FI Antonio Tajani, e i centristi Maurizio Lupi e Lorenzo Cesa. Ancora tanti i nodi da sciogliere, mentre Palazzo Chigi, con un Consiglio dei ministri, presieduto dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha discusso una serie di dpcm volti a riorganizzare alcuni ministeri. 

L’ingresso nella “Terza Repubblica”

“Abbiamo sulle nostre spalle una responsabilità storica: consolidare la democrazia e accompagnare l’Italia, con la riforma costituzionale nella Terza Repubblica”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un messaggio alla convention della Dc a Saint Vincent organizzata da Gianfranco Rotondi, apre la stagione annunciata delle riforme istituzionali. Il disegno di legge di riforma costituzionale messo a punto dalla ministra per le Riforme istituzionali Maria Elisabetta Casellati dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri venerdì prossimo. L’approvazione del testo dovrebbe introdurre in Italia il premierato elettivo. 

Il testo in cinque articoli

Venerdì 3 novembre ci sarà un Consiglio dei Ministri per discutere il testo in cinque articoli. Prevista l’elezione diretta del Presidente del Consiglio, il cui mandato durerà 5 anni. Una riforma elettorale maggioritaria, tale da assicurare alla coalizione o partito vincente il 55% dei seggi in Parlamento. No, al momento, alla sfiducia costruttiva: al suo posto una norma per garantire continuità alla legislatura e per impedire che i parlamentari “cambino casacca”.

Nessun intervento sui poteri del Capo dello Stato

Il Presidente della Repubblica perde così alcune delle sue prerogative legate al potere esecutivo. La ministra per le Riforme, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha assicurato che non verranno toccati gli altri poteri del Quirinale. Il Capo dello Stato manterrà dunque il potere di nominare i ministri su indicazione del capo del governo. Un ulteriore nodo da sciogliere riguarda la nomina dei senatori a vita, un’altra prerogativa del Presidente della Repubblica che potrebbe essere eliminata.

 

Alessandro Raeli

Nato nel '98 nella terra del sole, del mare e del vento. Mi sono laureato in Interpretariato e Comunicazione all'Università Iulm di Milano, dove ho successivamente conseguito la laurea magistrale in Traduzione Specialistica. Appassionato di Formula 1 e dello sport in generale, sogno di diventare giornalista sportivo.