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HomePolitica Affondo della Cei sull’accordo Italia-Albania: “Soldi buttati in mare”

Affondo della Cei
sull'accordo Italia-Albania
"Soldi buttati in mare"

Balboni, FdI: "Perego chiarisca i fatti

dell'inchiesta su fondazione Migrantes"

di Alessandra Bucchi16 Febbraio 2024
16 Febbraio 2024
accordo Italia - Albania

La presidente del consiglio Giorgia Meloni e il Primo ministro albanese Edi Rama. |Foto Ansa

ROMA – Via libera definitivo all’accordo Italia-Albania sui migranti. Con 93 voti favorevoli e nessun astenuto l’Aula del Senato ha approvato ieri, 15 febbraio, il ddl che prevede l’apertura di due centri di permanenza e rimpatrio in territorio albanese, per accogliere 3mila migranti. Non sono mancate, tuttavia, le contestazioni. “Soldi buttati in mare per l’incapacità di governare un fenomeno che si finge di bloccare, ma che cresce di anno in anno”, è stato l’affondo di Gian Carlo Perego, presidente della Commissione per le migrazioni della Cei e di Migrantes. “673 milioni di euro in dieci anni in fumo per l’incapacità di costruire un sistema di accoglienza diffusa del nostro Paese” ha aggiunto Perego, sottolineando come il nostro Paese sia “al 16° posto in Europa nell’accoglienza dei richiedenti asilo rispetto al numero degli abitanti”. Per il Monsignor l’approvazione del testo è stata “una nuova sconfitta della democrazia”.

Dura la risposta del senatore di Fratelli d’Italia, Alberto Balboni, che ha attaccato Perego chiedendogli di chiarire, anziché criticare il Parlamento italiano, alcuni punti di un’inchiesta pubblicata da Panorama secondo cui la “fondazione Migrantes da lui presieduta ha versato 20 mila euro alla Mare Jonio, l’associazione guidata da Casarini, l’estimatore di Toni Negri e indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. Nel merito, Balboni ha chiesto di spiegare “da dove provengono quei fondi e se i donatori fossero al corrente della loro destinazione”.

La senatrice del Pd Sandra Zampa  si è detta “sconcertata” dalle parole di Balboni e “colpita” dal loro “tono intimidatorio”. “Un fatto molto grave tanto più perché a pronunciare quelle parole è il presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato”, ha concluso.

A difendere l’operato del governo è stato anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Non mi sembrano soldi buttati in mare”, ha detto. “Sono soldi che vengono ben spesi, per affrontare la questione migratoria con un Paese che è candidato a far parte dell’Unione Europea.”

Intanto la Premier Giorgia Meloni chiede di “tenere alta l’attenzione” sulla questione migratoria. Per fermare gli sbarchi Meloni immagina un modello “Caivano per il nord Africa, in particolare per Tunisia e Libia”. “Dobbiamo sforzarci – ha spiegato – di far sentire la nostra vicinanza e il nostro reale spirito di solidarietà con tavoli ministeriali che rafforzino la collaborazione”. Andiamo tutti in Libia e Tunisia – ha esortato ai suoi ministri –  sviluppiamo progetti, controlliamo l’esecuzione, coordinando le presenze, in modo che siano cadenzate e diano il senso della continuità”.

Meloni ha inoltre sottolineato, durante il Consiglio dei ministri nel quale era all’ordine del giorno proprio la questione migranti, “il consistente calo degli sbarchi”, diminuiti nel 2024 del 41% rispetto allo stesso periodo del 2023.

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