epa06602690 Jean-Claude Juncker, President of the European Commission, delivers his speech at the European Parliament in Strasbourg, France, 14 March 2018. In the morning, MEPs will debate the US decision to impose tariffs on steel and aluminium. EPA/PATRICK SEEGER

Web Tax fino al 5% proposta della Commissionein arrivo il 21 marzo

L'imposta sara calcolata sul fatturato Soluzione transitoria verso intesa Ocse

Sul tema Web Tax si muove la Commissione europea, dopo le molteplici richieste da parte dei Paesi membri. È attesa infatti per il prossimo 21 marzo una proposta legislativa da parte dell’esecutivo dell’Ue. L’obiettivo è arrivare a introdurre un’equa tassazione per le imprese digitali, prima nel continente e poi nell’area Ocse. Il preciso ammontare dell’aliquota sarà definito solo nei prossimi giorni, ma da Bruxelles filtra già qualche indiscrezione. Secondo il Sole24Ore,  l’imposta oscillerà tra l’1% e il 5% del fatturato. Anche il Financial Times cita le stesse cifre. Sottolineando che la Web Tax sarà applicata ai ricavi e non ai profitti.

Il meccanismo di tassazione del fatturato pensato dalla Commissione opererà comunque a livello nazionale. Secondo criteri ancora da teorizzare, dunque, le singole imprese digitali saranno tassate dentro il Paese in cui operano.

Secondo il quotidiano economico britannico, la tassa dovrebbe essere applicata alle società con un fatturato annuo superiore ai 750 milioni di euro. Queste però devono avere delle entrate tassabili di 50 milioni, generate nell’Ue. Il gettito che Bruxelles vorrebbe ricavarne è di circa 5 miliardi di euro l’anno.

L’intenzione della Commissione è quella di focalizzare l’attenzione della comunità internazionale sul tema. L’argomento è infatti stato spesso oggetto di polemiche, tanto in Europa quanto in America. Ma se molte imprese digitali guardano con sospetto alla proposta legislativa, tante altre potrebbero preferirla. L’alternativa che si sta presentando in questi mesi, infatti, è una serie di Web Tax nazionali.

Infatti alcuni Paesi dell’Unione, tra cui l’Italia, hanno deciso di agire unilateralmente. Imponendo tasse nazionali ai giganti del web. Una provocazione, in alcuni casi, che vista la proposta della Commissione ha raggiunto l’intento di stimolare la discussione a livello comunitario. Attualmente infatti le tassazioni cui sono sottoposti i colossi del web e dell’e-commerce corrispondono a meno della metà delle aliquote normali.

Da Bruxelles comunque spiegano che la Web Tax europea sarebbe solo la prima fase di un processo più ampio. Che aspira a stimolare il raggiungimento di un accordo globale tra i Paesi dell’Ocse.

 

Carmelo Leo

Nato a Messina nel 1993, ha conseguito la laurea triennale in Scienze delle Relazioni Internazionali e Politiche nel 2016 con una tesi dal titolo “Il declino del sogno americano: gli Stati Uniti nel tornante storico del Sessantotto”. Dopo qualche breve esperienza giornalistica online si è iscritto al Master in Giornalismo della LUMSA. Appassionato di storie, che siano esse libri, film, racconti, videogiochi o canzoni.