Nuova provocazione militare dalla Corea del Nord. Quattro missili balistici sono stati lanciati dalla base di Dongchang-ri e sono caduti in acque sotto il controllo giapponese. Non esattamente acque territoriali nipponiche, ma facenti parte della zona economica esclusiva (EEZ) del Paese del Sol Levante. La zona interessata sarebbe a 200 miglia dalle linee di origine delle acque territoriali e a 1.000 km dalla base nordcoreana. Il lancio sarebbe avvenuto alle 7:36 locali, mezzanotte circa in Italia.
La mossa è una rappresaglia contro la decisione di Usa e Corea del Sud di avviare esercitazioni congiunte il 1° marzo scorso. Questa era a sua volta una risposta ad altre provocazioni dal Nord della penisola. In particolare, un missile lanciato da Pyongyang lo scorso 12 febbraio e l’assassinio del fratellastro del dittatore Kim Jong-Un il 13 dello stesso mese. Il 2 marzo erano anche trapelato, dal Wall Street Journal, che la Casa Bianca sta valutando un intervento militare diretto in Corea del Nord.
Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha immediatamente inoltrato protesta formale. Stando a un portavoce del governo, non sarebbero stati riportati danni nella EEZ. Il Ministero della Difesa è impegnato nella ricerca dei missili.
Seul ha immediatamente attivato il coordinamento con Usa e Giappone per rispondere alla nuova crisi. Il capo della sicurezza Kim Kwan-Jin ha già parlato telefonicamente con l’omologo Usa Herbert McMaster, da poco nominato da Trump. Il Ministro degli Esteri Yun Byung-Se ha invece parlato con l’omologo giapponese Fumio Kishida. Anche l’inviato sudcoreano ai “Six-Party talks” (la conferenza di pace sul programma nucleare nordcoreano) ha parlato con gli omologhi giapponesi e statunitensi.
Condanna ferma da parte degli Usa, fa sapere il portavoce Mark Toner. Che ricorda che l’esperimento nordcoreano viola le risoluzioni ONU. Ha anche ribadito l’impegno degli Stati Uniti a difendere gli alleati facendo ricorso ”all’ampia gamma di capacita’ a nostra disposizione”. Il comando militare Usa fa sapere che i missili “non ponevano una minaccia al Nord America”.
Anche la Cina, da parte del portavoce Geng Shuang, ha condannato l’atto ricordando le risoluzioni Onu. Con riferimento alle esercitazioni Usa-Corea del Sud, Shuang ha anche invocato autocontrollo per tutte le parti.
Dall’Europa, si alza la voce dell’alto rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini. L’ex Ministro degli Esteri italiano ha espresso solidarietà a Giappone e Corea del Sud. Ha inoltre ricordato che “le sfide alla sicurezza nel mondo sono serie ed è richiesto che l’Unione europea sia un serio ed affidabile fornitore di sicurezza sia nella nostra regione sia nei luoghi più lontane”.