Latina, strage in famigliamoglie ricoverata e sedataI suoi appelli inascoltati

Il marito ha ucciso le sue due figlie Minniti: "A volte si sottovaluta troppo"

Da ieri pomeriggio è ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Camillo di Roma. Quando è arrivata era cosciente, ma in gravi condizioni: “È stato mio marito, salvate le bambine”, è riuscita a dire. I medici l’hanno sedata. Per sopportare meglio le cure e perché non subisse lo shock di sapere che per le sue due figlie, di 7 e 13 anni, ormai non c’era più niente da fare. Antonietta Gargiulo, la moglie del carabiniere autore della strage in famiglia ieri mattina a Cisterna di Latina, rimane in prognosi riservata. Le sue condizioni sono stazionarie. I dottori non l’hanno ancora risvegliata: la donna non sa che le sue bambine sono morte. Dopo quasi sette ore di trattative con poliziotti e psicologi, suo marito si è suicidato.

I medici del San Camillo devono adesso decidere quando sottoporre la donna a un intervento maxillo-facciale alla mascella sinistra. Proprio lì è stata raggiunta da uno dei tre proiettili esplosi contro di lei dal marito con la sua pistola d’ordinanza: gli altri due l’hanno colpita alla scapola e all’addome.

Quella di ieri è stata una lunghissima mattinata per gli abitanti di Cisterna di Latina. Per ore e ore il carabiniere Luigi Capasso, dopo aver colpito la moglie, è rimasto sul balcone a parlare con due suoi colleghi. Assieme a uno psicologo, hanno cercato di mediare e di convincerlo alla resa. Finché lui non è rientrato, sparandosi un colpo.

Durante il pomeriggio, poi, sono emersi molti dettagli sul rapporto tra Capasso e Antonietta Gargiulo. Da cinque mesi non vivevano più insieme, avevano disposto le procedure per il divorzio. A gennaio l’uomo si era appostato sotto casa di sua moglie, alle otto di mattina. Lei aveva chiamato la polizia, chiedendo di non far avvicinare il marito alle sue due figlie: “È violento”, aveva denunciato. Ma in realtà la sua denuncia fu solo verbale: per non far perdere il lavoro al marito, che già una volta era stato sospeso dal servizio, la donna non aveva formalizzato l’atto. Il suo rimase solo un appello, purtroppo inascoltato. E un mese dopo si ritrova in un letto d’ospedale, in stato di incoscienza. Senza sapere che della sua famiglia non è rimasto più nessuno.

Il ministro dell’Interno Marco Minniti, ospite a La7, ha commentato la vicenda: “La strage di Latina è assolutamente inaccettabile per le mie responsabilità. Potrei cavarmela – ha affermato – dicendo che formalmente non c’è stata denuncia e quindi non si è messo in moto il meccanismo”.

Secondo il ministro, a volte ci sono “troppe sottovalutazioni e non si comprende la minaccia in campo”. Per questo motivo, “nessuno di noi deve sottovalutare quando discutiamo di tragedie consumate, con anche solo in un angolo del cervello, l’idea che si poteva evitare”.

Carmelo Leo

Nato a Messina nel 1993, ha conseguito la laurea triennale in Scienze delle Relazioni Internazionali e Politiche nel 2016 con una tesi dal titolo “Il declino del sogno americano: gli Stati Uniti nel tornante storico del Sessantotto”. Dopo qualche breve esperienza giornalistica online si è iscritto al Master in Giornalismo della LUMSA. Appassionato di storie, che siano esse libri, film, racconti, videogiochi o canzoni.