La dolce vita dei turisti è amara per i romani. Negli ultimi anni l’armonia tra chi viaggia e chi vive la Capitale si è incrinata. È in atto una drastica sterzata verso la commercializzazione più incontrollata, che da un lato porta vantaggi economici (posti di lavoro, maggiori entrate comunali), dall’altro incide sul decoro urbano (sporcizia, traffico e affitti alle stelle), alimentando le critiche di gran parte della cittadinanza, stanca di veder Roma trasformata in un giocattolo usa e getta. In una parola: overtourism, fenomeno dilagato nell’ultimo periodo, non solo nella Capitale. Ma ha senso consegnare la città in mano ai visitatori in cambio di entrate sempre maggiori? Il turismo incontrollato è davvero un’opportunità?
I benefici del turismo secondo il Comune: “Soldi reinvestiti per la cittadinanza”
Secondo Mariano Angelucci, presidente della commissione Turismo del Comune di Roma “non è vero che Roma, in particolare il suo centro storico, sia diventato un grande luna park. Il flusso turistico è un grande volano economico”. Del resto, i dati parlano chiaro: secondo il report “La ricchezza dei comuni turistici”, realizzato da Sociometrica per Il Sole 24ore, nel 2024 sono entrati nelle casse di Roma 13 miliardi di euro generati dal turismo. Un notevole incremento rispetto al 2022, quando i miliardi furono 8,5. Ma come vengono usati questi soldi per migliorare le condizioni di vita dei cittadini romani? “Le tasse di soggiorno – aggiunge Angelucci – hanno portato nelle casse del Comune ben 200 milioni di euro, che impieghiamo per progettare altri grandi eventi, per migliorare la città e creare ulteriori posti di lavoro”.
La replica dei comitati: “Più danni che benefici”
Non è dello stesso parere il presidente del comitato del rione Monti Nicola Barone: “L’overtourism rischia di far diminuire le presenze future per colpa dei disagi che il fenomeno stesso provoca”. Un’ondata di turismo, ingigantita da un grande evento come il Giubileo della Speranza, che – secondo il Dicastero per l’Evangelizzazione – ha portato circa 24 milioni di pellegrini in visita nella Capitale fino a oggi.
Di fatto, a fronte di un guadagno notevole, resta lo scontento di chi, la città, la vive da cittadino. Nei gruppi Facebook e Whatsapp dei quartieri, c’è un flusso continuo di messaggi di protesta dei residenti, che si aggiungono alle frequenti manifestazioni in piazza e alle accuse verso l’amministrazione. “Siamo ascoltati relativamente poco dalle varie amministrazioni che abbiamo interpellato”, ribadisce Barone. Angelucci non è dello stesso avviso: “C’è un dialogo costante, forte e costruttivo con i comitati dei cittadini, specialmente con quelli del centro storico. Il vero problema è che noi possiamo muoverci solo secondo le normative regionali e nazionali, quindi è difficile prendere iniziative autonome”.
Ad esempio, a Firenze era pronta una normativa determinante per vietare nuove aperture nel settore extralberghiero dei B&B, ma un giudice amministrativo ha bloccato tutto. È successo perché – spiega Angelucci – “il regolamento, fatto dall’amministrazione fiorentina, andava contro la normativa nazionale”. Per questo motivo alcune amministrazioni locali, nel tentativo di favorire una convivenza più equilibrata e armoniosa tra residenti e turisti, rivendicano poteri autonomi rispetto a quelli regionali e nazionali.
Una sfida che il Giubileo ha reso più complessa, tra l’afflusso di milioni di pellegrini e la proliferazione di attività extralberghiere come i B&B e le case vacanza. Ma non tutto è andato come previsto.
Il caso dei “B&B” ai tempi del Giubileo, lo sprint delle strutture religiose
Quando il Giubileo era soltanto alle porte, si pensava che i turisti avrebbero generato molta ricchezza per i B&B. Ma i fatti hanno dimostrato il contrario. “Conosco molti colleghi che hanno aperto alla vigilia del Giubileo e in pochi mesi hanno dovuto chiudere. Questo perché non c’è stato il rientro economico sperato”, afferma Federico Faro, property team manager e gestore B&B di diverse abitazioni nel centro storico della Capitale. Un incremento dell’offerta notevole confermato anche dall’assessore al Turismo di Roma Alessandro Onorato in un’intervista a Fanpage. “Numeri alla mano – ha spiegato l’assessore – sono presenti oggi sul suolo capitolino circa 40.000 case vacanze contro le 17.000 di tre anni fa”.
A Roma sono sì arrivati milioni di turisti, ma per lo più pellegrini. Questi hanno preferito alloggiare in strutture religiose a prezzi senza dubbio più convenienti. Si tratta di strutture come conventi, monasteri, santuari, ostelli e alloggi scout. Contro i 180-200 euro a notte dei B&B e hotel, la tariffa media delle strutture di ricezione nel centro città si aggira intorno ai 70-80 euro a notte. Fuori dal centro e in provincia, i costi si abbassano ancora di più: 67 euro a notte per una doppia e 39 euro per una singola.
Il Comune: “Il Giubileo ha accontentato tutti”, ma a che prezzo?
Un bilancio in ogni caso positivo per il Comune di Roma. Secondo Angelucci, i benefici economici provenienti dal Giubileo ci sono stati per tutti. Tutte le attività commerciali, secondo il presidente della commissione Turismo, hanno avuto giovamento in questo momento storico. “Ma soprattutto – sottolinea Angelucci – la vera opportunità di questo Giubileo è rappresentata dai 2 miliardi di fondi che hanno permesso una profonda trasformazione della città, pensata soprattutto per le cittadine e i cittadini romani, i quali potranno usufruire delle migliorie realizzate anche negli anni futuri”.
Roma dovrà farsi trovare pronta anche per il 2026, quando è previsto il ritorno in massa dei turisti non pellegrini, molti dei quali hanno scelto di rimandare la visita per evitare l’incrocio con il Giubileo.
Tutti contenti, quindi? Non proprio, perché a farne le spese resta la vivibilità di una città rimasta ostaggio del turismo mordi e fuggi. Quasi fosse un fast food da consumare più in fretta possibile, in attesa del prossimo cliente.