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Dazi Usa alla Cina, Pechino: “Pronti alla guerra commerciale fino alla fine”

di Elisabetta Guglielmi14 Ottobre 2025
14 Ottobre 2025
il portavoce del ministero degli Esteri, Lin Jian

Portavoce del ministero degli Esteri, Lin Jian | Foto Ansa

PECHINO – La Cina è pronta a “combattere fino alla fine” in una guerra commerciale con gli Stati Uniti. Lo afferma un anonimo portavoce del ministero del Commercio cinese. Dopo la minaccia del presidente statunitense Donald Trump di imporre nuovi dazi del 100% sulle importazioni cinesi, Pechino ha accusato gli Stati Uniti di aver “gravemente compromesso” il clima dei negoziati commerciali bilaterali. 

Stretta di Pechino sull’export di terre rare

È sul commercio marittimo che si apre un nuovo fronte della guerra dei dazi. La Cina ha imposto nuove tasse portuali sulle navi americane, in aggiunta alle sanzioni su cinque filiali Usa di Hanwha Ocean. Una misura speculare ai dazi di Washington che, come spiegano fonti diplomatiche citate da Reuters, nasconde l’intenzione di «difendere la sovranità economica» del Paese. Già la scorsa settimana Pechino aveva annunciato un’ulteriore stretta alle spedizioni di terre rare e alle relative tecnologie. Secondo il portavoce del ministero, Pechino aveva “già informato gli Stati Uniti attraverso il canale del meccanismo di dialogo bilaterale sul controllo delle esportazioni”. “Sulla questione delle guerre tariffarie e commerciali – prosegue il portavoce – la posizione della Cina rimane coerente. Se volete combattere, combatteremo […] se volete negoziare, la nostra porta rimane aperta”. Secondo il portavoce cinese, le misure sulle terre rare e sui prodotti correlati sarebbero “azioni legittime e legali per migliorare i sistemi di controllo dell’export in conformità con le leggi e i regolamenti nazionali”. Per la Cina non si tratta di un divieto sulle esportazioni di terre rare e le domande conformi riceveranno licenze. 

Dazi statunitensi al 100% sulle importazioni made in China

Alle limitazioni cinesi sulle terre rare Donald Trump ha risposto minacciando di introdurre dazi aggiuntivi del 100% sui beni made in China. La nuova tassa dovrebbe entrare in vigore il primo novembre, insieme a ulteriori limitazioni sull’export di software sensibili. Nuove restrizioni che, a detta del portavoce cinese, “danneggiano gravemente gli interessi cinesi e minano il clima delle consultazioni economiche bilaterali”. Il vicepresidente americano JD Vance, in un’intervista a Fox, ha sottolineato che Donald Trump è pronto a essere un “negoziatore ragionevole” con la Cina, ma se Pechino dovesse rispondere negativamente il presidente “ha più carte” da giocare. Sul suo social Truth, Trump ha rassicurato che “gli Stati Uniti vogliono aiutare la Cina e non danneggiarla.

Le conseguenze dell’escalation sui dazi 

Il rappresentante del ministero cinese, aggiungendo che Pechino “adotterà misure corrispondenti” se Washington procederà con le nuove tariffe, ha sottolineato che “Minacciare la Cina con dazi elevati non è il modo giusto di dialogare”. L’escalation segna un punto di rottura tra i due Paesi dopo le recenti aperture. Solo poche settimane fa, Trump e il presidente cinese Xi Jinping avevano concordato un incontro al vertice Apec in Corea del Sud. Il presidente statunitense, pur non cancellando il colloquio, aveva dichiarato di non vedere “ragioni” per incontrare Xi.

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