ROMA – In Italia, anno dopo anno, sempre più giornalisti vengono minacciati. Lo dicono i dati dell’osservatorio Ossigeno per l’informazione pubblicati in occasione della Giornata mondiale contro l’impunità per i crimini verso i cronisti dell’Onu. Nei primi sei mesi del 2025 sono state minacciate 361 persone contro le 203 registrate nello stesso periodo del 2024. Un aumento del 78%.
I dati dell’osservatorio
Crescono anche gli episodi a danno della libertà d’informazione, con 107 casi rispetto ai precedenti 73. Lombardia, Lazio e Sicilia restano le regioni con il più alto numero di giornalisti minacciati e il 10% delle forme di intimidazione proviene da esponenti pubblici. Di questi, oltre la metà sono rappresentanti delle istituzioni locali che fanno ricorso a querele pretestuose, minacce social o insulti.
L’81% dei giornalisti non denuncia
Aumenta anche la tendenza a non denunciare gli abusi. Nell’81% dei casi le vittime decidono di non affidarsi alla giustizia. Nel 2024 il dato era stabile al 50%. Crescono anche gli episodi di aggressione, soprattutto nei confronti dei giornalisti locali. Diminuiscono le minacce di genere, quelle cioè rivolte alle giornaliste, ma cresce la tendenza a non denunciarle. Avvertimenti e azioni legali pretestuose restano le forme di intimidazione più comuni.
Chi sono i bersagli
Giornailsti, uomini, che scrivono su testate locali cartacee già vittime di altre minacce. Sono loro, per il 74%, le principali vittime degli ostacoli alla libertà di informazione. Le giornaliste, in un caso su cinque, subiscono ritorsioni o abusi del diritto non solo perché riferiscono notizie scomode, ma anche perché donne.


