NEWS ANSA

Sito aggiornato alle 17:45 del 4 novembre 2025

HomeCronaca “Costruiamo posti di lavoro e i ragazzi sono più felici, hanno un futuro e un presente”

"Costruiamo posti di lavoro
e i ragazzi sono più felici
hanno un futuro e un presente"

Nico Acampora, fondatore di PizzAut

"È una guerra che va fatta col sorriso"

di Chiara Di Benedetto03 Novembre 2025
03 Novembre 2025

Nico Acampora con i ragazzi di PizzAut | Foto Ansa

Oramai PizzAut è un fenomeno internazionale. Nata da un’idea di Nico Acampora per assicurare un lavoro alle persone affette da autismo, come suo figlio, l’associazione ha portato le sue pizze fino all’Unesco. Il fondatore Acampora racconta a Lumsanews cosa succede in queste pizzerie sociali.

Voi non vi limitate a riempire le giornate dei vostri ragazzi, gli date un impiego vero.

“L’occupazione del tempo libero è una cosa che non ci riguarda, non ci interessa, noi costruiamo posti di lavoro. Al momento abbiamo, sotto contratto e a tempo indeterminato, 41 ragazzi autistici e cinque neurotipici”.

Che vuol dire per loro avere un impiego? 

“Intanto, attraverso il lavoro e la formazione, aumentano le loro competenze, le loro abilità sociali, relazionali, sono persone più soddisfatte con un’autostima più alta, sono più felici perché hanno un futuro e un presente che altrimenti non avrebbero. Poi io scherzo sempre sul fatto che quando i nostri ragazzi iniziano a lavorare non sono più un costo sociale, non rischiano più di finire in un centro o in un istituto, diventano dei lavoratori e, meraviglie delle meraviglie, diventano dei contribuenti, pagano le tasse. Diventano una risorsa sociale”. 

Che succede dopo che vengono assunti? 

“Succede che sono felici. La prima cosa che fanno con lo stipendio è portare i genitori a mangiare fuori, e pagano loro. Nella semplicità di questo gesto c’è una bellezza rara, straordinaria. E poi c’è l’aspetto formativo, ho ragazze che sono arrivate da me che non parlavano né scrivevano”.

Lei ha fondato PizzaAut pensando a suo figlio, cosa direbbe ai genitori che stanno affrontando le stesse difficoltà?

“Io dico sempre che pensando al futuro di mio figlio mi sono imbattuto nel presente di un sacco di gente. Quando ti arriva la diagnosi, inizia una guerra. Una guerra con le istituzioni, con i diritti mancati, una guerra che va fatta, va fatta col sorriso quando parliamo con i nostri figli, con creatività, con pazienza, perché i momenti di sconforto sono tanti”.

Uno dei problemi per le persone disabili è che, una volta assunte, vengono lasciate a cavarsela da sole. Da voi non è così.

Da noi è impossibile che sia così. Quando hai due ristoranti che hanno 500 e 100 coperti e il 90% del personale è autistico, è impossibile che i ragazzi non siano competenti o che vengano abbandonati, vorrebbe dire chiudere le attività”.

Però non avete modo di assumere tutti i ragazzi autistici d’Italia.

“No, per questo facciamo anche un grande lavoro di sensibilizzazione presso tante aziende che stanno cominciando ad assumere persone autistiche. Alcune le formiamo noi per loro. Poi portiamo la nostra esperienza nelle scuole. Tanto è vero che, prima di PizzAut, nessuno parlava di lavoro e autismo. Adesso fortunatamente sì, e questo, da un punto di vista culturale, è un cambiamento di paradigma notevole”.

Avete anche un progetto di autonomia abitativa. Di cosa si tratta?

“Adesso abbiamo acquistato tre appartamenti in una vecchia corte lombarda, un casale con sei appartamenti, e nei prossimi mesi acquisteremo gli altri tre. Abbiamo in cantiere anche un piano di housing sociale, che prevede palestre di autonomia abitativa e alloggi per i ragazzi, luoghi dove possono imparare a vivere da soli”.

Qual è il prossimo passo?

“I PizzaAutobus, dei food truck che possono sfornare pizze in giro per l’Italia, nelle scuole, nelle aziende. In ogni PizzAutobus possono lavorare all’incirca quattro ragazzi: l’obiettivo è riuscire a farne 12 entro la fine del 2027, uno per ogni provincia lombarda, in modo da dare lavoro ad altri 50 ragazzi. Vogliamo stringere degli accordi territoriali con le realtà che già si occupano di autismo in provincia, i ragazzi li formeremo noi”.

Ti potrebbe interessare