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Guerra in Ucraina, Orbán da Trump per discutere di petrolio russo. Mosca: “Lavrov non è caduto in disgrazia”

di Sofia Silveri07 Novembre 2025
07 Novembre 2025
orban trump

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump saluta il primo ministro ungherese Viktor Orban durante un vertice su Gaza a Sharm el-Sheikh il 13 ottobre 2025 | Foto Ansa

WASHINGTON –  Dalla guerra tra Russia e Ucraina alle importazioni di petrolio russo. Saranno questi i tempi principali del colloquio in programma alla Casa Bianca oggi, venerdì 7 novembre, tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il primo ministro ungherese Viktor Orbán.

Il nodo sulle importazioni di petrolio russo

Orbán ha fatto sapere che “ottenere esenzioni dalle tariffe secondarie imposte contro le compagnie petrolifere russe Rosneft e Lukoil sarà il tema più importante”. L’obiettivo è quindi proporre al tycoon delle soluzioni. Il primo ministro ungherese non ha intenzione di negoziare la questione “in modo commerciale”. “Non stiamo chiedendo un regalo agli americani, voglio solo comprensione da parte del presidente”, ha aggiunto. Dal canto suo Trump, nonostante Orbán sia un suo alleato, ha dichiarato che non concederà all’Ungheria un trattamento preferenziale. Al tempo stesso, il governo ungherese intrattiene anche buoni rapporti con Mosca. Budapest, infatti, dipende fortemente dalle importazioni di gas e petrolio russo, da cui ricava rispettivamente l’85 e il 65%. La visita quindi potrebbe portare l’Ungheria a stringere un accordo per aumentare gli acquisti di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti. 

Al centro del vertice il conflitto in Ucraina

La discussione si concentrerà anche sul conflitto in Ucraina. L’Ungheria ha ripetutamente affermato di essere pronta a ospitare un vertice a Budapest, anche se gli Usa non hanno dato alcuna indicazione di essere pronti a sposare l’idea. Mentre Trump potrebbe usare la sua influenza per fare pressione su Orbán affinché rimuova il suo veto alla richiesta di adesione di Kiev all’Unione europea.

Ambasciatrice Ucraina in Usa: “Positivi i colloqui sui Tomahawk”

Da mesi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky chiedeva a Washington nuovi aiuti, ora è arrivato il via libera all’invio di 25 sistemi di difesa Patriot. Mentre l’ambasciatrice ucraina negli Stati Uniti, Olga Stefanishyna, ha dichiarato che il suo Paese sta conducendo negoziati “positivi” sull’acquisizione di missili Tomahawk. Nel frattempo sul campo i russi sono avanzati nel Donetsk e hanno assediato la città strategica di Pokrovsk. Nella notte le difese aeree ucraine hanno neutralizzato 94 dei 128 droni lanciati dalla Russia. Altri 31 hanno colpito 11 località non specificate dall’Aeronautica militare ucraina. 

Cremlino: “Lavrov non è caduto in disgrazia, notizie false”

Nelle ultime ore erano circolate, su media occidentali e ucraini, alcune notizie secondo le quali il ministro degli Esteri Serghei Lavrov “sarebbe caduto in disgrazia presso il presidente Vladimir Putin”. A smentire la notizia è il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha smentito. Le voci erano circolate dopo l’assenza di Lavrov a una riunione del Consiglio di Sicurezza nazionale. Dopo quest’ultima la testata dell’opposizione Moscow Times, senza citare alcuna fonte, aveva scritto: “Il ministro degli Esteri sembra essere caduto in disgrazia dopo una telefonata con il segretario di Stato Usa Marco Rubio, che ha portato alla cancellazione del vertice tra Putin e Trump”. Nei giorni scorsi il Cremlino ha anche annunciato che a guidare la delegazione russa al prossimo vertice del G20 in Sudafrica sarà Maxim Oreshkin, il vice capo dello staff presidenziale. Nei precedenti appuntamenti il ruolo era stato ricoperto proprio da Lavrov.

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