Il sindacato autonomo della Polizia da tempo denuncia il malfunzionamento dei braccialetti elettronici, una falla tecnica che compromette l’efficacia delle misure che dovrebbero tutelare le vittime di violenza di genere o familiare. A spiegarlo a Lumsanews è Daniele Izzo, segretario provinciale della Sap di Benevento.
Come funziona da un punto di vista tecnico il braccialetto elettronico e il suo monitoraggio da parte delle forze dell’ordine?
“Il progetto del monitoraggio elettronico è iniziato circa quattro anni fa in accordo con il ministero della Giustizia che ha avviato i primi corsi di formazione per gli agenti di polizia. Il braccialetto che viene assegnato al soggetto violento è dotato di un gps così come il monitor dato alla vittima. L’allarme suona quando i dispositivi sono troppo vicini e a quel punto scatta l’intervento delle forze dell’ordine. I problemi sono principalmente tecnici e sono strettamente legati alla copertura di rete. Nelle grandi città questi malfunzionamenti sono meno frequenti, le zone critiche sono invece nei centri abitati più piccoli e isolati dove il segnale non è sempre così potente”.
Dai dati del Viminale aggiornati ad agosto 2025 sono 12.192 i braccialetti elettronici in uso, dei quali 5929 per stalking. Sono un numero fattibile di dispositivi da controllare da parte delle forze dell’ordine?
“Sicuramente no. Anche qui dipende dalle zone di monitoraggio. Le stazioni di polizia dei piccoli centri abitati riescono a controllare venti, trenta dispositivi, non di più. Ma la richiesta locale a volte sale anche a 200 braccialetti in uso da monitorare. È impossibile da garantire. In più c’è da considerare il fatto che nei paesini dove non c’è un comando fisso delle forze dell’ordine, la pattuglia che riceve l’allarme a volte si trova anche a centinaia di chilometri di distanza e i tempi di reazione inevitabilmente sono più lunghi”.
Già nel 2024 il Sap aveva avvertito riguardo ai falsi allarmi che potevano causare un flop alla prevenzione di episodi di violenza. Ad oggi sono stati fatti dei passi avanti per evitare questi episodi?
“Nella provincia di Benevento arriviamo a riceverne anche 300 al giorno. I motivi sono principalmente tecnici perché non c’è abbastanza copertura e il dispositivo va in tilt. Così si rischia di sprecare risorse che mancano poi quando scatta la reale emergenza. Su questo il ministero della Giustizia ha richiesto un sollecito di fattibilità indirizzato soprattutto alla società Fastweb per cercare di intervenire sui problemi di copertura della rete”.


