ROMA – Il Consiglio supremo di Difesa conferma la barra dritta dell’Italia sui conflitti in corso, in particolare sul fronte ucraino. Dopo settimane di tensione tra la maggioranza e a seguito delle riserve sugli aiuti a Kiev sciolte dal vicepresidente del Consiglio dei ministri, Matteo Salvini, nel vertice al Quirinale di lunedì 17 novembre è stato ribadito il pieno sostegno all’Ucraina. Il dodicesimo decreto di aiuti conferma una scelta politica precisa: i dubbi interni non sgretolano la linea euro-atlantica, con l’impegno nell’invio di armi e nella partecipazione ai programmi europei e Nato.
La minaccia russa in un dossier
Sul tavolo del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, anche un dossier della difesa che fotografa l’escalation della minaccia russa verso l’Europa e l’Italia. Una minaccia ibrida fatta di attacchi cyber, pressioni economiche, sabotaggi, roghi dolosi e una guerra di disinformazione progettata per destabilizzare le democrazie occidentali. In questo senso l’Italia è pronta su tre fronti: energia, infrastrutture critiche ed ecosistema politico-sociale.
Le divisioni nella maggioranza
Un quadro, quello sulle armi a Kiev, caratterizzato dalle spaccature interne alla maggioranza. Situazione delicata, con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che persegue la via del sostegno, ma rimane prudente su programmi come il Purl per l’acquisto congiunto di armamenti americani. Salvini, che aveva messo in discussione ulteriori aiuti in seguito ai casi di corruzione emersi nel governo Zelensky, insiste sul rischio di “assegni in bianco”, mentre il vicepremier, Antonio Tajani, ribadisce l’impegno internazionale dell’Italia.
Lo sguardo al Medio Oriente
Si è parlato anche di Medio Oriente, dove gli episodi di violenza che causano un alto numero di vittime tra i civili desta preoccupazione. Nel summit è stato ribadito come una pace duratura richieda un approccio regionale e multilaterale. Un contesto di instabilità che porta il Quirinale a perseguire gli obiettivi di pace e diplomazia, senza lasciare indietro rischi crescenti che richiedono un rafforzamento della difesa europea.


