ROMA – “La libertà e il protagonismo delle donne sono conquiste collettive da difendere e consolidare ogni giorno”. Con queste parole il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha lanciato un appello in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il capo dello Stato ha poi sottolineato come “in ogni ambito della vita sociale e privata”, il principio della parità “tarda ad affermarsi, limitando l’autonomia femminile, compromettendo la sicurezza delle donne, impoverendo il progresso della società”. Secondo Mattarella oggi assistiamo al dilagare delle violenze anche per mezzo della dimensione digitale “con effetti tutt’altro che virtuali: umiliazioni, ricatti, coercizioni che portano, nei casi più gravi, ad aggressioni fisiche e femminicidi”.
Prosegue la discussione sul libero consenso
“La violenza sulle donne è un atto contro la libertà. Di tutti”, ha rimarcato la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rivendicando i recenti provvedimenti del governo in materia: “Strumenti come il “codice rosso” sono passi avanti concreti, ma non ci fermiamo qui. Dobbiamo continuare a fare, ogni giorno, molto di più. Per costruire un’Italia in cui nessuna donna debba più sentirsi sola, minacciata o non creduta”. Proprio oggi, 25 novembre, il Parlamento riprenderà le discussioni sui disegni di legge per l’introduzione del delitto di femminicidio e del libero consenso. Quest’ultimo è già stato approvato all’unanimità dalla Camera e passerà ora all’esame del Senato. La riforma prevede l’introduzione del “consenso libero e attuale”, senza il quale l’atto sessuale si configura come violenza, punibile con il carcere da sei a dodici anni.
Il Ddl per l’introduzione del reato di femminicidio approda alla Camera
Al via anche le discussioni sulla legge che introduce il reato di femminicidio come fattispecie giuridica a se stante, al suo primo approdo oggi, alla Camera, dopo il via libera del Senato lo scorso luglio. La misura punta a introdurre nel Codice penale l’art. 577-bis che recita: “Chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità, è punito con l’ergastolo”. Rafforzata quindi la pena per i reati di genere.
Da questa sera fino all’una di domani, 26 novembre, i palazzi che ospitano le istituzioni si illumineranno di arancione per aderire alla campagna dell’Onu “Orange the World”, in segno di protesta contro la violenza sulle donne.


