RAVENNA – La procura di Ravenna ha chiuso le indagini sull’alluvione che nel settembre del 2024 ha devastato Traversara e Boncellino, frazioni di Bagnacavallo. Dodici persone hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini, che è servito anche da avviso di garanzia. Secondo quanto riportato da Il Resto del Carlino, si tratterebbe di figure apicali, locali e regionali, della Protezione Civile, della Cura del Territorio e dell’Ambiente e di alcuni rappresentanti di ditte impegnate nelle opere di manutenzione.
Resta il rischio di ulteriori cedimenti
Il fascicolo era stato aperto per disastro colposo contro ignoti, ma adesso comprende anche il pericolo di disastro legato alla qualità degli interventi realizzati in seguito alle alluvioni. Secondo la Procura, prima dell’inondazione, c’erano già state negligenze nell’eseguire opere ritenute necessarie per il territorio e che hanno invece agevolato il disastro, sebbene uno specifico piano regionale di 23 anni fa individuasse già alcuni interventi come “prioritari”. Secondo i consulenti tecnici del politecnico di Milano, ancora oggi esisterebbe il rischio di nuovi cedimenti.
Negligenze nella creazione di opere ritenute “necessarie”
L’area attraversata dal torrente Lamone, nell’abitato di Traversara, era già stata inquadrata come “zona di rischio per l’effetto dinamico del crollo arginale”. Ed era già stato evidenziato il rischio di “effetti pericolosi […] per la vita umana e per i manufatti esposti”. I pm hanno poi sottolineato il ricorso sistematico alla prassi della “somma urgenza”, procedura speciale che consente di derogare alle normali gare d’appalto per affidare velocemente lavori o servizi necessari a fronteggiare le emergenze, derogando agli obblighi imposti dal Codice degli Appalti. I consulenti tecnici hanno poi giudicato alcuni degli interventi così realizzati a rischio crollo.
“La Procura farà le sue verifiche, noi conosciamo le persone come professionisti di altissimo livello”, ha commentato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale. “Stiamo parlando di un avviso di garanzia, di solito si dice che c’è la presunzione di innocenza verso gli imputati, in questo caso le persone non sono neppure imputate”, ha concluso in difesa dei dodici indagati. E sul problema delle alluvioni, de Pascale ha aggiunto che l’obiettivo della Regione è ridurre al massimo i rischi, anche se azzerarli è impossibile. Nel frattempo, la Procura continua a lavorare sui fascicoli relativi alle due inondazioni che hanno preceduto quella del settembre 2024, aperti anch’essi per disastro colposo contro ignoti.


