Ore difficili per Roma
dopo la bocciatura del bilancio
nuovi guai per Marra

Scarpellini: versavo soldi per favorire le pratiche
Di Maio: il buco nei conti non è colpa nostra

Problemi molto seri per il comune di Roma. Per la prima volta nella storia il bilancio previsionale del Campidoglio è stato bocciato. A dire no l’Orpef, l’organo di revisione economico-finanziaria del Comune. Non si potrà quindi  spendere un euro. «Servirà uno stop and check. Quando con gli altri revisori ho visto il documento di bilancio, ho notato molta approssimazione. Il Comune non ha abbastanza soldi in cassa da spendere» dice alla stampa Federica Triezzi, presidente dell’Orpef. «Volevamo approvarlo in tempi record: non ci siamo riusciti, ma staremo nei termini di legge. C’era un buco di bilancio enorme» dichiara il membro del direttorio cinque stelle Luigi Di Maio, in un’intervista al Fatto Quotidiano.

Intanto proseguono gli interrogatori sul caso Marra. «I soldi dati dovevano essere un prestito». Si giustifica così il costruttore Sergio Scarpellini, accusato di corruzione nei confronti del capo del personale del comune di Roma. «Pensavo me li restituisse» ha affermato sicuro. Quando però il giudice gli chiede come mai abbia deciso di dare a Marra proprio 367mila euro non può nascondersi: «Avevo molte pratiche aperte in Campidoglio. Non volevo che lui le giudicasse negativamente. Era un personaggio influente e temevo che se avessi rifiutato ci sarebbero state conseguenze».

Agli atti ci sono le conversazioni col sindaco, con il capo della segreteria Romeo e con gli altri assessori. Più volte in questi giorni si è pensato che il potere del funzionario  venisse da informazioni sul M5S che avrebbe potuto usare come strumento di ricatto. Ipotesi smentita dalla Raggi. «Non temo né le parole di Marra né l’esposto di Raineri» l’ex capo di gabinetto dimessa a Settembre. «L’arresto è stato un colpo per tutti, ovvio. Le questioni che lo coinvolgevano ci spinsero a chiedere alla sindaca di metterlo da parte. Siamo la prima forza politica del Paese, quindi proveranno a infiltrarci ancora» la chiosa di Di Maio sulla vicenda.

Fabio Simonelli

Nato a Varese il 5/10/1993, ha frequentato il liceo classico ed è laureato in lettere moderne all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Parla correttamente quattro lingue, e nel 2016 ha completato la sua formazione con un’esperienza all’estero alla UBA (Universidad de Buenos Aires).