ROMA – Scatta il daspo per gli ultrà protagonisti dei saluti romani ad Acca Larentia. Sedici le misure “fuori contesto” adottate dal questore di Roma a carico di altrettante persone ritenute responsabili della violazione delle norme che vietano comportamenti apologetici di fascismo. Stadio vietato da uno a sei anni per alcuni ultras di Roma, Lazio e Napoli.
Sedici daspo “fuori contesto”
Tra i denunciati – provenienti da Roma, Milano, Napoli, Salerno, Caserta e Avellino – anche tifosi delle due squadre romane e del Napoli. Dei 16 provvedimenti emessi, tre hanno durata di sei anni, aggravati dall’obbligo di firma presso gli uffici di polizia. Gli altri 13 riguardano periodi compresi tra uno e due anni. Non sono però gli unici. Sono in corso valutazioni sulle posizioni di oltre 200 persone, ritenute responsabili di altre ipotesi delittuose. Sono applicabili daspo “fuori contesto” perché non legati a violenze commesse in ambito sportivo. Le persone protagoniste hanno precedenti, con denunce per reati connessi alla droga, risse e a incidenti di piazza. La questura di Roma sottolinea che la valutazione sui precedenti, penali e di polizia, proseguirà con attenzione, allo scopo di “allontanare dalle curve, in una prospettiva di tempo sostenibile, persone chiaramente inclini alla commissione di reati”.
Il caso Acca Larentia
Quello di Acca Larentia assume i contorni di un evento canonico. Ogni anno infatti militanti commemorano la strage del 7 gennaio di 47 anni fa. Ogni anno scattano denunce e daspo per i protagonisti. Ogni anno più di mille persone ricordano le vittime dell’attacco in via Acca Larentia, rivendicato dai Nuclei armati per il contropotere territoriale davanti alla sede del Movimento sociale italiano. Nella strage sono rimasti uccisi tre militanti del Fronte della gioventù. Due giovani missini, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, per mano del gruppo estremista di sinistra, mentre un terzo militante, Stefano Recchioni, è morto nei tumulti dopo l’attentato.