Adozioni ai single, l’eccezione italiana

Per la legge italiana un single non può adottare un bambino. La Corte costituzionale sembra aver aperto uno spiraglio a questa possibilità, ma si tratta più di affido che di adozione.

Per lo Stato italiano, sono dichiarati adottabili tutti quei bambini che non hanno assistenza morale e materiale. Nel 2014 – ultimi dati disponibili – i minori adottabili in Italia, secondo le dichiarazioni dei 29 Tribunali minorili, sono stati 1397. Ma per la legge italiana possono essere dichiarati adottabili da parte di persone singole, solo quei bambini che rientrano nelle “adozioni speciali”.

La legislazione. La legge che regola l’adozione nazionale e internazionale è la 184 del 1983. Nello specifico, è l’Articolo 44 a regolare le adozioni “speciali”. La differenza rispetto all’adozione piena è che, in quelle relative ai casi particolari, il bambino adottato non può assumere lo status di figlio legittimo di chi lo adotta, poiché non si recidono i legami di sangue con la famiglia d’origine, anche se il genitore adottivo ne assume i medesimi doveri.

Sempre nell’articolo 44 si legge che adottare, per i single, è possibile solo nei casi di rapporti stabili e duraturi tra chi vuole adottare e il bambino, in caso di grave disabilità del minore e nel caso sussista l’impossibilità di un affidamento preadottivo da parte di una coppia.

L’estero. Molti italiani, per ovviare al problema, decidono di andare all’estero, dove l’iter legislativo è più semplice. Nei paesi dell’Unione europea come la Francia, la Gran Bretagna, la Spagna e la Germania è consentita l’adozione da parte di single che abbiano un’età maggiore dei 30 anni.

Una volta tornati in Italia però occorre richiedere al Tribunale dei Minori il riconoscimento della decisione presa da uno Stato estero e legittimare l’adozione. In questi casi, come in tutti quelli che riguardano l’adozione di minori da parte di una persona non coniugata, questa viene approvata come “adozione in casi particolari”.

Il caso. Lo scorso ottobre ha fatto scalpore la storia della neonata con sindrome di down affidata a Napoli ad un uomo single, dopo che altre famiglie avevano rifiutato.  Dopo il no di sette famiglie in lista d’attesa per l’adozione, i giudici, infatti, hanno preso in considerazione la richiesta, fatta tempo prima, di un single, di potersi prendere cura di un bambino con disabilità. Trattandosi di un caso “speciale”, il giudice ha accettato la sua richiesta. Ora per la piccola e l’aspirante papà inizia un periodo di prova, il pre-affidamento, al termine del quale i giudici valuteranno se sia possibile l’inserimento definitivo della bambina nella nuova famiglia.

La proposta di legge. Nel 2016 la parlamentare di Forza Italia Laura Ravetto ha presentato a Montecitorio una proposta di legge sulle adozioni, per ampliare la platea anche ai single. In quel periodo il Governo stava discutendo del Ddl Cirinnà, che voleva estendere le adozioni alle coppie gay. La Ravetto, insieme alla sua compagna di partito Gabriella Giammarco, ha avviato un dibattito anche sulle adozioni ai single: “Approvarla – spiega a Lumsanews la deputata – non metteva in discussione l’architrave della famiglia tradizionale”. La proposta però è bloccata da più di un anno e mezzo al Ministero degli Affari sociali. La Ravetto registra che non c’è la volontà di andare avanti nell’iter legislativo, in quanto gli affari sociali sono gestiti dalla Sinistra che, secondo la deputata, per ragioni politiche fa ostracismo. Nel mirino anche Maria Elena Boschi, che avrebbe la delega per riesumare la proposta di legge, “ma preferisce tergiversare per ampliare il dibattito alle adozioni in generale”, conclude la Ravetto.

 

L’intervista a Laura Ravetto (FI)

Le associazioni. Donata Micucci è presidente di Anfaa, Associazione nazionale famiglie affidatarie e adottive. L’adozione, in Italia – dice – è soprattutto nell’interesse di un minore, non deve solo rispondere al desiderio di un adulto di avere un figlio. “Questo non vuol dire – spiega la presidente di Anfaa – che le persone sole siano da considerare una seconda scelta, ma che per il bimbo, anche per la nostra società, fondata sui valori della famiglia tradizionale, l’impegno e il carico emotivo che costituisce un’adozione risulta più semplice se affrontata da due genitori”. Anche Marco Griffini, presidente dell’associazione Ai.Bi dichiara a Lumsanews che “dal punto di vista psicologico l’associazione Amici dei Bambini è contraria all’adozione dei single, perché lo renderebbe orfano di una figura genitoriale. Il minore abbandonato, infatti, ha già subito gravi traumi da abbandono e avere un doppio riferimento è meglio che averne solo uno”.

 

La parola all’esperto