Ancora polemiche sui concorsi Rai, ora tocca agli interni. E gli esclusi annunciano il ricorso al Tar

Gaffe come fossero ciliegie, una tira l’altra. Ecco piovere nuove polemiche sulla Rai: stavolta si tratta del concorso per interni. Ammessi tutti quelli, a partire dal 1° gennaio del 2008, con contratto a tempo determinato oppure con un rapporto di lavoro autonomo e di collaborazione, anche quei giornalisti che hanno ricoperto ruoli come aiuto regista, autore testi o programmista.
Ciò che ha creato non poche polemiche, è stata la totale assenza di meritocrazia. Non è stato richiesto alcun curriculum (nonostante Marcello Sorgi, presidente della commissione d’esame, si sia complimentato con i candidati dicendo di averli visionati) e nessun titolo (laurea, master o scuola di specializzazione ecc…) ha avuto punteggio. Il bello arriva con le domande della prova, la cui preparazione è stata affidata all’agenzia PRAXI, senza coinvolgere nella scelta l’Ordine dei Giornalisti. I test, escluse le domande di cultura generale, erano una sorta di quiz a premi con quesiti che non avrebbero mai potuto permettere di stabilire la reale preparazione di un giornalista. Nessuna domanda sui codici deontologici, che ogni giornalista dovrebbe conoscere (ma che, a volte, qualcuno dimentica), ma solo un quesito su chi avesse coniato la parola “deontologia”; tra le tante leggi che regolano il giornalismo, solo una domanda sul codice interno Rai; solo tre domande sulla storia del giornalismo di cui una, relativa al programma Odeon di Brando Giordani ed Emilio Ravel, risultata errata (la trasmissione era datata 1986 invece che 1976). Oltre a questa anche altre domande sono state giudicate sbagliate e quindi invalidate dalla stessa commissione.
Solo 100 candidati accedono alla prova successiva nonostante quasi tutti avessero superato il punteggio necessario per essere ammessi e, per chiudere il cerchio, gli orali si sono svolti a porte chiuse dimenticando la trasparenza, tanto sbandierata fino a quel momento. Insomma, il caos. Già diversi candidati avrebbero fatto sapere di voler ricorrere al Tar per far invalidare il concorso, con buone probabilità di riuscita. Presenti vizi di procedura già dalla convocazione al concorso con la mail inviata solo cinque giorni prima, e non a tutti gli interessati; in molti sono stati ammessi con riserva perché non hanno potuto rispondere per tempo.
Dai piani alti nessun commento, tutti si trincerano dietro un muro di silenzio nonostante diverse missive inviate al direttore generale Luigi Gubitosi, al direttore del personale Luciano Flussi e al segretario dell’Usigrai (il sindacato giornalisti della tv di Stato) Vittorio Di Trapani che, ancora oggi, non hanno ricevuto risposta.

Domenico Cavazzino