ROMA – Una maxi multa per oltre 936 milioni di euro a sei compagnie petrolifere che operano in Italia. L’Antitrust ha sanzionato Eni, Esso, Ip, Q8, Saras e Tamoil per intesa restrittiva della concorrenza. Un’istruttoria complessa da cui è emerso un coordinamento dei principali operatori petroliferi per determinare il valore della componente bio inserita nel prezzo del carburante. Per l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, le compagnie hanno attuato aumenti di prezzo, in gran parte coincidenti, determinati da scambi di informazioni tra le imprese interessate. L’indagine, inoltre, ha fatto emergere l’esistenza di un “cartello” tra gli stessi operatori “che ha avuto inizio il 1° gennaio 2020 e si è protratto fino al 30 giugno 2023”.
Eni: “La decisione dell’Antitrust è incomprensibile, travisa i fatti”
Non si è fatta attendere la replica di Eni, che definisce “incomprensibile e infondata” oltre che “basata su un totale travisamento dei fatti e del mercato” la decisione dell’Autorità. Una sanzione “abnorme” per la società petrolifera che “tutelerà le proprie ragioni in sede giurisdizionale”. Dopo aver denunciato il “grave danno reputazionale” e anche la “piena collaborazione” durante l’istruttoria, Eni ha specificato che l’approccio dell’Antitrust potrebbe “penalizzare gli investimenti industriali italiani nella transizione energetica”.
Ferma anche la risposta di Q8 che ha manifestato “la propria sorpresa per l’esito della procedura” e ha annunciato ricorso al Tar contro la sanzione.
Il Codacons valuta la class action contro le compagnie multate
A denunciare “la violazione gravissima” delle compagnie petrolifere e anche “i danni economici enormi per i consumatori” è stato il Codacons. Che poi ha annunciato di valutare una class action. “L’intesa restrittiva della concorrenza accertata dall’Autorità – ha sottolineato l’associazione – ha portato a ingiustificati rincari dei prezzi dei carburanti”. Non solo. Perché avrebbe impedito ai consumatori di “godere di alternative e prezzi più bassi, considerato che le sei società sanzionate rappresentano il 90% del mercato italiano dei carburanti”.