Aperta al pubblico la casa di Lucio Dalla

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Dice che era un bell’uomo e veniva/ veniva dal mare/ parlava un’altra lingua,/ però sapeva amare/ e quel giorno lui prese mia madre/ sopra un bel prato/ l’ora più dolce prima di essere ammazzato.

Chi non ricorda questa strofa? E’ l’inizio della celebre canzone di Lucio Dalla: 4 marzo 1943. Data che segna anche il giorno di nascita del famoso cantautore bolognese. E proprio ieri, nel giorno che sarebbe stato il suo compleanno, tante persone hanno reso omaggio al grande cantante entrando e visitando quella che fu la sua casa a Bologna in Via D’Azeglio 15. Una casa, aperta al pubblico per tre giorni, piena di quadri, fotografie, libri, oggetti grandi e piccoli, che raccontano la complessa personalità di Lucio Dalla. Tanti gli amici che hanno visitato la sua casa: Gaetano Curreri, gli Stadio, Ron, Samuele Bersani, Paolo Fresu, Caterina Caselli, Achille Bonito Oliva, Luca Carboni, Sergio Castellitto, Stefano Di Battista e decine di altri.

Poeta della canzone e grandissimo artista della musica italiana. Ironico, geniale, versatile, Dalla si è formato nelle orchestrine jazz degli anni sessanta a stretto contatto con la “generazione beat”. Tra gli anni settanta e ottanta ha donato nuova linfa allo stagnante paesaggio musicale italiano, spaziando dalle canzoni politiche a quelle d’amore. La sua morte in Svizzera, avvenuta tre anni fa durante un tour europeo, ha privato la musica italiana di una delle più grandi personalità.

E sempre in questi giorni, per rendere omaggio al cantautore bolognese a tre anni dalla sua morte, esce in sala il docufilm Senza Lucio. Presentato in anteprima mondiale al Torino Film Festival 2014 e diretto da Mario Sesti il doc uscirà distribuito in 180 copie. “Il film nasce dal desiderio di condividere con chiunque il ricordo di chi ha conosciuto Lucio Dalla”, ha detto il regista, che ripercorre attraverso le foto del compagno Marco Alemanno, le testimonianze e i racconti degli amici e dei colleghi, la vita professionale e privata del grande autore bolognese. “Lucio Dalla nonostante fosse conosciuto prevalentemente per la sua musica, aveva una passione feroce per il cinema”- dice Sesti- “Come raccontano diversi personaggi del film era molto facile stargli simpatico e soprattutto trasmetteva subito quest’impressione che nessuno di fronte a lui gli era inferiore”.

Giulia Lucchini

Nata a Roma. Laureata in Lettere indirizzo spettacolo presso l’Università Sapienza di Roma con una tesi sul film The Fountainhead di King Vidor, conseguita con votazione di 110/110. Da sempre appassionata del mondo del cinema, della televisione e del giornalismo. Dal 2010 collabora con il sito Cinematografo.it. Ha lavorato anche come redattrice per il programma televisivo Tetris condotto da Luca Telese e andato in onda in prima serata su La 7, e come ufficio stampa per vari festival cinematografici.