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HomeCronaca Arrestato per corruzione sindaco di Villa S. Giovanni sullo Stretto di Messina

Arrestato per corruzione
sindaco di Villa S. Giovanni
sullo Stretto di Messina

In manette pure manager della Caronte

che gestisce collegamenti per la Sicilia

di Patrizio Ruviglioni18 Dicembre 2019
18 Dicembre 2019

<table width="100%" border="0" cellspacing="0" cellpadding="0" align="center"> <tbody><tr> <td bgcolor="#FFFFFF" width="100%" valign="top"><table width="100%" border="0" cellspacing="0" cellpadding="0" align="center"> <tbody><tr> <td bgcolor="#FFFFFF" width="100%" valign="top"> <table border="0" cellspacing="8" cellpadding="0" width="100%"> <tbody><tr> <td valign="top"><font id="text">Il sindaco di Villa San Giovanni Giovanni Siclari in una foto tratta dal sito del comune, 18 dicembre 2019.ANSA/ ++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY++</font></td> </tr> </tbody></table> </td> </tr> </tbody></table> </td> </tr> </tbody></table>

Aria di tempesta sul sindaco di Villa San Giovanni (provincia di Reggio Calabria), Giovanni Siclari. E nella bufera, insieme a lui, è finita la società “Caronte & Tourist Spa”, che da anni – riferisce Repubblica – gestisce i trasporti sullo Stretto. I carabinieri di Reggio Calabria, infatti, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 fra dipendenti comunali e professionisti. Le accuse: corruzione, turbativa d’asta, falso in atto pubblico, truffa aggravata, peculato e concorso esterno in associazione mafiosa. Tra gli arrestati c’è il primo cittadino della cittadina, oltre ad Antonino Repaci e Calogero Fimiani, rispettivamente presidente del consiglio di amministrazione e amministratore delegato della società Caronte.

Secondo gli investigatori, i manager avrebbero promesso premi e favori ad alcuni amministratori comunali in cambio di accordi a beneficio della loro azienda. In particolare, Repaci si sarebbe mosso direttamente con il sindaco Siclari (eletto con una lista civica, e fratello del senatore di Forza Italia Marco) per assicurarsi l’affidamento di un’area – di proprietà dell’Anas – su cui la società aveva progettato la realizzazione di un nuovo impianto di bigliettazione e connessa automazione.

L’indagine è partita dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia affiliato alla ‘ndrangheta, Vincenzo Cristiano. La figura principale è l’ingegnere Francesco Morabito, responsabile del Settore tecnico urbanistico del Comune di Villa, che si sarebbe interessato della vicenda. Oltre a lui e a Repaci e Famiani, coinvolto anche il dipendente comunale Giancarlo Trunfio. In particolare, in cambio della promessa di assunzione di suo figlio da parte dell’azienda, Morabito e Trunfio avrebbero adottato un provvedimento illegittimo per consentire alla società la rapida realizzazione dell’opera in assenza di un titolo edilizio.

“Attendiamo sviluppi, ma i ‘signori dello Stretto’ ora devono dare conto di tutto”, ha commentato su Twitter il deputato del MoVimento 5 Stelle alla Camera, Francesco D’Uva.

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