epa08075958 US President Donald J. Trump participates in a roundtable discussion on the Governors' Initiative on Regulatory Innovation in the Cabinet Room at the White House in Washington, DC, USA, on 16 December 2019. EPA/Zach Gibson / POOL

Impeachment-day per TrumpOggi il voto della CameraProbabile vittoria del "Sì"

I dem sono 223, solo 197 i repubblicani Il tycoon alla Pelosi: "Colpo di stato"

Dopo mesi di discussioni, attacchi frontali e proteste, il processo di impeachment nei confronti di Donald Trump entra nel vivo. Oggi alle 9 (le ore 15 italiane) la Camera americana voterà per la messa in stato d’accusa del suo presidente: dopo la fase dibattimentale – che si stima durerà non meno di sei ore – i 435 deputati decideranno se autorizzare il Senato a pronunciarsi sulle pressioni fatte da Trump nei confronti premier ucraino Volodymyr Zelensky per spingere i servizi segreti di Kiev a indagare su Hunter Biden, figlio dell’ex vice presidente Joe, principale avversario elettorale del tycoon.

L’esito del voto di oggi sembra già scritto: il Congresso è infatti a maggioranza democratica (235 deputati, contro i 197 repubblicani), e il margine è abbastanza ampio da lasciar prevedere una vittoria del “Sì” alla messa in stato d’accusa. I repubblicani dovrebbero votare compatti per il “No”, mentre tra i dem dovrebbero esprimersi positivamente 223 parlamentari, con circa una decina di indecisi.

Con una lettera inviata alla Speaker della Camera Nancy Pelosi, Donald Trump ha espresso il suo disappunto per quello che definisce “un illegale e fazioso colpo di stato”. “Nessuna persona intelligente – si legge – crede a ciò che state dicendo. Se andate avanti con questa sciarada dell’impeachment la storia vi giudicherà senza pietà”. Alla lettera del presidente è seguita quella scritta da Pelosi ai Dem, in cui ha chiesto di procedere in un modo “degno del nostro giuramento di sostenere e difendere la costituzione degli Stati Uniti”.

Perché Trump sia ufficialmente rimosso dall’incarico, l’impeachment dovrebbe essere approvato da due terzi del Senato, dove però la maggioranza è in mano ai repubblicani. Anche con il semplice voto della camera, però, Donald entrerà nella ristretta cerchia dei presidenti sotto impeachment nella storia americana: il magnate newyorkese si affiancherà ad Andrew Johnson (1868) e Bill Clinton (1998). Dalla cerchia manca Richard Nixon, che per evitare il procedimento seguito allo scandalo Watergate, decise di dimettersi da Presidente degli Stati Uniti il 9 agosto 1974

Nella gallery, le proteste dei manifestanti pro-impeachment a Boston e Los Angeles.

Massimiliano Cassano

Napoletano trapiantato a Roma per inseguire il sogno di diventare giornalista. Laureato in Mediazione linguistica e culturale, ossessionato dall’ordine. Appassionato di politica, arte, Lego, calcio e Simpson. Arbitro di calcio da giovanissimo per vocazione.