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la maggioranza tratta sulle riforme

Autonomia differenziata e premierato
la maggioranza tratta sulle riforme

di Alberto Alessi23 Gennaio 2024
23 Gennaio 2024

ROMA – Autonomia e premierato, le due riforme-pilastro dell’asse tra Lega e Fratelli d’Italia, entrano in Parlamento. La prima che promette di garantire maggiore centralità alle regioni, firmata dal ministro per gli Affari Regionali, il leghista Roberto Calderoli, si voterà nel pomeriggio di martedì 23 gennaio al Senato. Il primo passo per l’approvazione definitiva (scontata, dati i numeri della maggioranza che garantisce di votare compatta) e che dovrà poi passare dalla Camera. Prima del voto, invece, la Commissione Affari Costituzionali mette sotto esame il disegno di legge sul premierato

L’autonomia che divide i governatori

Nel disegno di riforma degli enti locali, le regioni potranno gestire autonomamente 23 materie, precedentemente sotto la responsabilità statale. I governatori e i consigli regionali potranno quindi legiferare su “istruzione; tutela della salute; sicurezza del lavoro; governo del territorio; alimentazione; ordinamento sportivo” e su diversi altri ambiti. Fondamentale per riscattare l’autonomia è il rispetto dei Lep, i “livelli essenziali di prestazione”. Si tratta di criteri che stabiliscono la qualità dei servizi essenziali sul territorio. Proprio su questa tematica non mancano le polemiche dei presidenti di regione.

Michele Emiliano, il presidente della Regione Puglia, sostiene che la riforma porterà alla nascita di “20 repubbliche autonome con regole e caratteristiche operative diverse”. Il governatore pugliese lamenta una riforma che ridurrà “la capacità dello Stato di intervenire per equilibrare gli interventi” in materia fiscale. Di opinione opposta è Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, che definisce la misura una “lente di ingrandimento sull’efficienza dei territori”.

Il premierato “corre” in Commissione

Il progetto di riforma costituzionale di Fratelli d’Italia, il premierato, prosegue intanto la sua analisi in Commissione al Senato. Saltata la misura “anti-ribaltone” voluta dai leghisti, che sanciva, in caso di caduta del premier, la sostituzione da parte di un altro parlamentare di maggioranza. Sugli emendamenti, comunque, si corre. Entro il 24 si dovrà votare il testo base, mentre il 29 scade il termine per gli emendamenti.

Per le opposizioni, questa calendarizzazione serrata (e blindata) è il segnale di un “baratto” in corso tra Lega e FdI: voto favorevole su Autonomia per voto favorevole su Premierato. 

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