Bambino scomparso in Siciliaera stato rapito dal padree portato in Marocco

Da dicembre nessuna notizia del piccolo Disperata la madre: "Lo rivoglio con me"

Aveva 4 anni quando le è stato portato via. Ora suo figlio ne ha 8 e nel momento in cui il dramma sembrava stesse per finire, Paola e la sua famiglia sono ripiombati nell’angoscia. Era il giugno del 2013 quando Paola Imbesi, 37enne siciliana di Barcellona Pozzo di Gotto, si è vista sottrarre suo figlio di 4 anni dal padre, un marocchino dal quale si stava separando e con cui la causa è ancora in corso. La donna ne denunciò il rapimento il 20 giugno del 2013. Il padre le aveva portato via il bambino con la scusa di dover andare a Bologna per un matrimonio dei suoi parenti, ma poi in Sicilia non era più tornato e di loro si erano perse le tracce. Da allora per lei e per i nonni materni sono passati 4 anni di angoscia.

L’uomo telefonò poi qualche tempo dopo dalla Libia – racconta il nonno Antonino Imbesi – dicendo che il bambino era con lui e stava bene. “Ci faceva ascoltare una vocina ma abbiamo capito che era una registrazione. Della vicenda si interessò la Farnesina, ma ci dissero che in quel momento era difficile operare in Libia”. La madre aveva firmato il consenso sui documenti per il doppio passaporto che le avevano dato in consolato: erano scritti in arabo.

“Poi in realtà abbiamo saputo che il bambino era con i nonni paterni in Marocco e abbiamo iniziato subito l’iter giudiziario”, continua il nonno. La famiglia Imbesi si è recata varie volte in Marocco, tra Casablanca e Rabat, affrontando molte spese, tra cui la nomina dell’avvocato. La causa si è conclusa positivamente, con due sentenze da parte della Corte marocchina che hanno stabilito il rientro del bambino in Italia e il suo affidamento alla madre.

Paola rivede suo figlio a giugno del 2016, tre anni dopo la sua scomparsa, tant’è che il piccolo stenta a riconoscerla. A dicembre viene pubblicata la sentenza definitiva di appello e Paola con la sua famiglia partono alla volta del Marocco per riportare il bambino in Italia. Ma quando la polizia va nelle due scuole di Oued Zem e a casa dei nonni paterni, del bambino non c’è traccia.

La notizia ha fatto ripiombare nella disperazione la famiglia Imbesi. “E’ tenuto nascosto dai parenti da qualche parte. Finora ho taciuto percorrendo le vie istituzionali ma da dicembre mio nipote non si trova più, siamo molto preoccupati”, spiega Antonino. A luglio di quest’anno il padre è stato arrestato, ma sarebbe in procinto di uscire dal carcere. Del bambino invece, nonostante l’ingiunzione della Corte marocchina, nessuna notizia: “Non avrò pace finché non sarà con me in Italia”, dice Paola.

Davide Di Bello

E’ nato a Roma il 17/07/1991, ha frequentato il liceo classico ed è laureato in scienze della comunicazione all’Università “Roma Tre”. Ama il giornalismo, il cinema e la fotografia; lo animano il piacere della scoperta e la voglia di rendersi utile. Dal 2016 è entrato a far parte della redazione di Lumsanews.it