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sui grandi debitori
Lo propone l’Abi

Banche, via il segreto
sui grandi debitori
Lo propone l’Abi

di Siria Guerrieri09 Gennaio 2017
09 Gennaio 2017

“È bene fare chiarezza sui prestiti andati a male. Perché sono noti coloro che amministravano queste banche, ma sono ignoti coloro che invece non hanno mai restituito i prestiti. È necessario un provvedimento di legge ad hoc, che deroghi gli obblighi della privacy”. A sostenerlo è il presidente dell’Associazione Banche Italiane (Abi), Antonio Patuelli, in una intervista al Gr1 Rai. Al centro del dibattito il dissesto di Monte dei Paschi di Siena, a cui il governo vuole far fronte attraverso il decreto Salva-banche.

A poche ore di distanza gli fa eco il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta: “Nel settore bancario molta gente, molte famiglie hanno pagato prezzi rilevantissimi in questi anni. Mi pare eticamente giusto proporre che siano resi noti i nomi di chi ha contribuito a creare questa situazione”. Tutto è nato dall’iniziativa messa in moto da Enrico Mentana, Enrico Rossi e Luigi Zingales, volta a togliere il velo dalla lista dei nomi di quei grandi gruppi debitori che hanno causato il disastro Mps, e che hanno determinato il buco che il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan si sta preparando ad appianare con un intervento statale da 20 miliardi di euro.

Ma chi c’è dietro al pozzo senza fondo di finanziamenti mai restituiti che hanno affossato Mps, mettendo in crisi la solidità del sistema bancario italiano? Non certo i piccoli risparmiatori, o le piccole e medie imprese spesso indicate a torto come i responsabili del crack finanziario della banca senese. I crediti irrecuperabili superiori ai tre milioni sono il 32,4%, per un valore di oltre 3 miliardi. Parliamo di grandi gruppi, colossi finanziari del panorama economico italiano. Come Sorgenia, di proprietà dei De Benedetti, che avrebbe prodotto uno scoperto bancario di circa 600 milioni. E poi il gruppo Marcegaglia, holding leader nel settore siderurgico, dato per insolvente per la cifra enorme di quasi 1,5 miliardi di euro, a cui si aggiunge un nuovo finanziamento da 500 milioni erogato lo scorso marzo da Mps nonostante la mancata restituzione di quello precedente.

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