Rossano Bartoli, Presidente della Lega del Filo d'oro

Beneficenza-trasparenza"Gli ETS da sempre correttie il cittadino lo riconosce"

Bartoli a Lumsanews: "Più risonanza agli esempi scorretti che ai virtuosi"

“Sono sicuro che se ci fosse stata la presenza di un’organizzazione non profit o di un fundraiser probabilmente sarebbe stata garantita la trasparenza”. Lo scandalo Balocco-Ferragni ha sicuramente avuto alcune ripercussioni in termini aziendali e di affidabilità nelle opere di beneficenza. Rossano Bartoli, Presidente della Lega del Filo d’Oro si mostra fiducioso a Lumsanews: “Confido nella maturità del cittadino che si informa e che è consapevole della trasparenza delle associazioni non profit”.

Come distinguere i testimonial dagli influencer nel mondo della beneficienza?

“Testimonial e influencer sono due figure diverse. La prima agisce secondo un principio di vicinanza emotiva alla finalità dell’organizzazione e sceglie di non percepire nulla, la seconda agisce grazie alla sua notorietà per incoraggiare una vendita e alle volte può stipulare contratti commerciali. Personalmente, abbiamo una lunga esperienza con la figura del testimonial storico Renzo Arbore, poi col tempo si è aggiunto Neri Marcorè e altri personaggi legati al mondo dello spettacolo e dello sport che agiscono esclusivamente a titolo di volontariato”. 

Nel Caso Ferragni Balocco cosa è stato sbagliato?

“Credo non sia stato chiaro l’accordo stipulato tra le parti, di natura non benefica. Sono sicuro che se ci fosse stata la presenza di un esperto di fundraising, probabilmente gli accordi preventivi sarebbero stati diversi. I contratti, anche diretti, tra aziende e organizzazioni non profit sono chiari e ben definiti, senza l’intermediazione di altre figure”.

Ora aumenterà la diffidenza verso i testimonial di beneficenza e le donazioni?

“La preoccupazione sicuramente c’è, ma il senso di sfiducia cresce e cala a seconda dei periodi. Confido che il cittadino maturo che si informa, riesca a distinguere la comunicazione reale e quella meno chiara. Dopo questo episodio al massimo sarà spinto a documentarsi in maniera più attenta. La responsabilità è anche dei mass media che danno enorme risonanza all’esempio scorretto a discapito degli esempi virtuosi che si verificano tutti i giorni”.

Le aziende faranno più attenzione nell’ingaggiare testimonial e influencer? 

“Sicuramente ci sarà una maggiore attenzione, poiché è nell’interesse di ogni azienda di trovarsi in situazioni positive, ma credo che verrà fatto trascorrere del tempo prima di assumere decisioni troppo drastiche”. 

Che ne pensa della proposta del governo di creare una legge ad hoc sugli obblighi di trasparenza

“Credo che gli strumenti per controllare le organizzazioni non profit siano già abbondanti. La riforma del Terzo Settore, l’introduzione del RUNTS e tutti gli adempimenti in termini di trasparenza hanno aiutato il processo. Confido che qualsiasi legge nuova sia introdotta si basi sul buon senso e che non trasformi il sistema in qualcosa di troppo stringente da scoraggiare chi vuole dare una mano donazioni”. 

È giusto regolamentare l’ingaggio dei testimonial?

“Se c’è l’utilizzo di persone in qualità di testimonial è giusto rendere noto in quali termini l’accordo sia stato stipulato, se sulla base di volontariato oppure no. Riguardo la regolamentazione delle figure che si frappongono tra l’organizzazione non profit e il mondo delle imprese qualche precisazione va fatta: quanto viene realmente destinato in beneficenza e da chi. Ma ripeto, per quanto riguarda le Onlus questa garanzia è già assicurata da molto tempo”.

Sofia Zuppa

Nata ad Arezzo, città natale di Petrarca e Vasari, sono migrata nella dotta, la rossa e la grassa Bologna, città dai contorni caldi che mi ha amabilmente cresciuta. Infine sono piombata nell'antica ed eterna Roma. Un viaggio sempre intessuto dall'amore per lo studio e per il giornalismo, una passione che spero un giorno possa portarmi ancora più lontano...